2017-06-24 11:21:00

Albania al voto: favorito il partito socialista di Edi Rama


Albania oggi al voto per rinnovare il parlamento. Rispetto a quattro anni fa, tra socialisti, dati per favoriti, e democratici, vige un clima più disteso. Il voto potrebbe essere un test per la maturità di questo Paese e una tappa importante per l’Unione europea. Cosa si profila dunque a livello politico e a livello sociale? Giorgio Saracino ne ha parlato con Nicola Pedrazzi, esperto di Albania dell’Osservatorio Balcani e Caucaso.

R. - In Albania si vota ogni 4 anni, l’ultima volta era stata nel 2013 e a vincere le elezioni nella scorsa tornata elettorale era stata la coalizione socialista con a capo il segretario del partito socialista albanese, Edi Rama. Partito socialista che, secondo gli ultimi sondaggi, è in largo vantaggio, si parla di un 50 % dei consensi. Tutte le previsioni lasciano indicare che sarà sempre Edi Rama il premier dell’Albania. Però quello che è diverso rispetto al 2013 è il panorama politico del Paese, perché è vero che ogni partito ha il suo segretario - quindi formalmente abbiamo Edi Rama per il partito socialista, Lulzim Basha per il partito democratico e Ilir Meta per il movimento socialista per l’integrazione -  ma questi principali partiti si presentano separati. Quindi non più in coalizione e questo lascia aperte diverse possibili alleanze inclusa quella delle larghe intese - quindi tra la destra albanese e il partito socialista - ma sono scenari che si apriranno dopo il voto e non prima prima perché questa volta i partiti non si sono accordati e non si sono uniti in coalizione.

D. - Cosa si piò prevedere per il futuro dopo il negoziato politico tra il partito socialista e quello democratico?

R. - Fino a poco settimane fa, il movimento democratico e la destra albanese boicottavano il parlamento e si è dovuto addirittura far slittare la data delle elezioni. Quello che è sembrato è che il partito democratico, che è stato in questi 4 anni l’opposizione al partito socialista di Rama, volesse anche lui - detto in gergo - l’assicurazione di una fetta di torta, minacciando di non partecipare alla tornata elettorale. Si è giunti quindi solamente lo scorso 18 maggio ad un accordo; dopodiché in campagna elettorale si è notato che i toni sono stati molto più soft di quelli di 4 anni fa. In questo caso invece possiamo dire che, sì, è in scena una campagna elettorale, però con un’atmosfera che prelude a possibili larghe intese che servirebbero anche ad emarginare i partiti più piccoli. La sensazione è che i due principali partiti - PD e PS - abbiano deciso che questo gioco debba finire e che LSI debba stare fuori dalle maggioranze, e per rassicurare i due principali partiti probabilmente divideranno il governo laddove l’LSI emarginato avrà la presidenza della Repubblica perché il giuramento presidenziale è il 22 luglio.

D. - Quanto sono distanti ad oggi l’Albania e l’Europa?

R. - Dal punto di vista geografico, ricordiamo che ci sono 60 km di mare tra l’Albania e la Puglia, quindi c’è la storia, c’è la geografia e c’è un processo di integrazione avviato nei Balcani occidentali. Sono vicini anche perché l’Albania è un Paese candidato all’ingresso nell’Unione europea ufficialmente dall’estate del 2014. Al contempo siamo lontani perché la democrazia albanese è una democrazia giovane, e il pluripartitismo è solo uno dei fattori di una democrazia matura: queste logiche clientelari e di spartizione del potere che emergono durante una campagna elettorale - che è molto diversa da una campagna elettorale che può esserci in Francia e in Italia - sono ancora indizio di una maturità democratica non ancora raggiunta. Quindi da questo punto di vista per l’europeizzazione dell’Albania c’è ancora molto lavoro da fare.








All the contents on this site are copyrighted ©.