“Che la nuova legislazione non protegga i più bisognosi è inaccettabile”. È il giudizio espresso da mons. Frank Dewane, presidente della Commissione di giustizia e sviluppo umano della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb) sulla nuova bozza del progetto di legge per la riforma sanitaria presentata nei giorni scorsi al Senato. Il presule ribadisce così le riserve espresse in queste settimane dai vescovi sulla riforma con la quale l’Amministrazione Trump vuole abolire il cosiddetto “Obamacare”, il sistema sanitario introdotto dal Presidente Obama. Riserve controbilanciate dall’apprezzamento per le nuove disposizioni che escludono l’aborto dalla copertura sanitaria pubblica.
Impatto negativo sui settori più vulnerabili e poveri della popolazione
Secondo mons. Dewane, il testo presentato al Senato ha gli stessi difetti, se non
peggiori, del testo presentato e approvato dalla Camera dei Deputati. Essi riguardano
in particolare, “l’impatto negativo sui settori più vulnerabili e poveri della popolazione”.
Il progetto prevede infatti stanziamenti ancora più ridotti di quelli previsti nella
bozza approvata dalla Camera dei Rappresentanti al Medicaid (il programma sanitario
pubblico destinato alle persone che non possono permettersi un’assicurazione medica
privata). “Tali modifiche produrranno danni alle famiglie a basso reddito e alle comunità
in difficoltà e non vanno sostenute”, osserva il presule, sottolineando che un sistema
di assistenza sanitaria accettabile deve essere accessibile a tutti, a prescindere
delle condizioni delle persone e in tutte le fasi della loro vita.
Garantire la copertura sanitaria delle famiglie immigrate e l’obiezione
di coscienza
Se lo sforzo del Senato di dare un sostegno maggiore a chi vive sopra la soglia di
povertà rappresenta un positivo passo avanti - aggiunge mons. Dewane - il testo presenta
gravi limiti per coloro che non sono coperti da un’assicurazione sanitaria. Esso inoltre
non affronta la questione della copertura sanitaria delle famiglie immigrate invocata
dai vescovi. Un altro punto critico del testo in discussione al Senato, secondo il
presule, riguarda infine la tutela dell’obiezione di coscienza degli operatori sanitari
“quanto mai necessaria – afferma - nella politica sanitaria del nostro Paese”. (A
cura di Alina Tufani)
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