2017-06-29 13:41:00

Venezuela: grave scontro tra magistratura e presidenza


Si aggrava la crisi politica e istituzionale in Venezuela. Il Tribunale Supremo di Giustizia di Caracas ha congelato i beni personali della Procuratrice Generale, Luisa Ortega Diaz, che ha lanciato pesanti accuse contro il regime del presidente Maduro duramente contestato anche dalla piazza. Intanto, il capo dello Stato, riferendosi al recente attacco con un elicottero alla sede della Corte Suprema, parla di colpo di Stato in atto. Della situazione, Giancarlo La Vella ha parlato con Assunta Maria Di Pino, dell’Associazione Latino-americana Italia (ALI):

R. – La procuratrice Luisa Ortega, che è sempre stata una militante del partito chavista, in questo momento si trova invece in totale disaccordo con le decisioni del governo di Maduro e comunque ha considerato che si è rotto il filo costituzionale e pertanto qualsiasi soggetto pubblico o privato che sia ha il diritto di ricostituire la legittimità costituzionale persa.

D. - È pensabile che questa nuova fase delle crisi venezuelana porti a un dialogo?

R. - Ormai non più. Siamo in un momento in cui il Venezuela è in guerra civile. Anche se se ne parla poco e quello che si fa vedere è una rivolta, non si tratta di rivolta: le forze armate venezuelane stanno reprimendo il popolo, che sta manifestando per ritrovare la propria libertà verso un sistema che ormai non funziona, perché è un sistema in cui non ci sono più garanzie per il popolo, un popolo che muore di fame, non ha le medicine per guarire, negli ospedali non c’è più niente, nemmeno la luce. Ci sono momenti in sala operatoria in cui l’elettricità va via e i medici operano illuminandosi con il cellulare! Sono cose assurde, ma comunque siamo in un momento in cui il popolo non ha più interessi affinché si ricostituisca un dialogo. Vogliono che l’attuale sistema politico di Maduro vada via. Questo è quello che il popolo chiede. Ed è proprio lo stesso popolo che credeva in Hugo Chavez, di cui Maduro ha preso l’eredità!

D. - Non è stata sufficiente la mobilitazione internazionale finora per fornire beni di prima necessità ai venezuelani?

R. - Ma quale mobilitazione! Il Venezuela non ha ricevuto nulla. Ancora ad oggi non è stata dichiarata la crisi umanitaria. I politici ancora dicono che non esiste un’emergenza umanitaria in Venezuela! Nel Paese non è arrivata nessuna organizzazione internazionale. L’unica cosa che ha fatto la Croce Rossa giorni fa è stato abbassare la bandiera, come forte simbolo per il mondo. Solo alcune associazioni, come l’Associazione Latino-americana in Italia, sono le uniche che in questo momento stanno inviando medicine nel Paese, perché un popolo, anche se è in guerra, non deve morire di fame, non deve morire perché manca il necessario per poter guarire anche dalla più banale delle malattie. Ormai siamo a questi livelli gravissimi.








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