2017-06-30 12:25:00

Camerun: multinazionale costretta a risarcire piccolo imprenditore


Dopo una vertenza durata 15 anni, una nota azienda multinazionale del settore alimentare è stata condannata in Camerun per concorrenza sleale a risarcire 15 milioni di dollari a un imprenditore locale produttore di latte per bambini. Negli anni ’90 la società mise in commercio un prodotto più economico: una mossa che mise in crisi l’azienda locale. Il latte poi si rivelò composto anche da grassi vegetali. Da qui la condanna per concorrenza sleale e frode commerciale. Un esempio, questo, di come spesso il mondo sviluppato si rivolge alla realtà africana. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Enrico Casale, della rivista ‘Africa’ dei Padri Bianchi:

R. – Molte di queste multinazionali hanno dei fatturati che sono superiori al prodotto interno lordo della maggioranza dei Paesi africani e hanno, quindi, una forza commerciale e contrattuale tale che gli Stati si trovano in una situazione di soggezione. Spesso e volentieri anche queste multinazionali sfruttano le mancanze di legislazione oppure le carenze nei sistemi giudiziari per riuscire ad avere ragione nelle dispute commerciali che li oppongono a questi Paesi, che sono vittime senza alcun potere di reazione.

D. - In questo caso c’è qualcosa di più; c’è addirittura una frode commerciale, perché l’azienda produceva latte utilizzando grassi vegetali …

R. - Sì, teniamo presente che di questi casi ce ne sono stati molti altri. Mi viene in mente una grande società di idrocarburi che estraeva il petrolio dalle sabbie bituminose, inquinando impunemente le falde e il suolo, quindi danneggiando fortemente le comunità locali. Questa multinazionale l’ha fatta franca.

D. - E guardando ad un futuro, ci si augura migliore, come è possibile creare una svolta nei rapporti con l’Africa?

R. - Queste sono violazioni – a mio parere – dei diritti umani. Ci sono delle violazioni che vanno oltre la lesione di diritti commerciali, ma violano i diritti fondamentali dell’uomo. Di conseguenza in questi casi, secondo me, si dovrebbero aprire degli spazi giuridici a livello internazionale, di fronte ai quali sia possibile ricorrere per avere giustizia contro queste multinazionali che operano nell’inosservanza delle leggi più elementari.

D. - Tornando alla vicenda del piccolo imprenditore camerunense, 15 milioni di dollari di risarcimento serviranno a far ripartire la sua azienda?

R. - Sì, aiuteranno a far ripartire la produzione e, si spera, a far riprendere l’occupazione, quindi a creare lavoro in loco. La cosa che è utile sottolineare, in questo caso, è come la giustizia locale abbia funzionato; e quando la giustizia locale funziona anche le multinazionali sono costrette a inchinarsi e a rispettare le leggi nazionali. Quindi anche una cooperazione da parte degli Stati occidentali nei confronti dei sistemi giudiziari dei singoli Paesi può essere molto utile, perché rafforza i sistemi di difesa che questi Paesi hanno nei confronti delle multinazionali.








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