2017-07-01 15:30:00

Oggi giornata di preghiera per l'abolizione delle armi nucleari


In concomitanza con la Conferenza sull’approvazione di un Trattato internazionale che proibisca la produzione e l’utilizzo di armi nucleari, in corso in questi giorni alle Nazioni Unite a New York, la Diocesi di Concordia–Pordenone ha promosso per questa domenica una giornata di preghiera nelle parrocchie per la messa a bando di questi armamenti. Infatti proprio in questo territorio c'è la base militare di Aviano che ospita ordigni atomici statunitensi. Ascoltiamo Marco Gaiarin, della Commissione Giustizia e Pace della Diocesi, al microfono di Marina Tomarro:

R. – Questa iniziativa nasce all’interno della Commissione per la Pastorale sociale del lavoro, Giustizia e Pace e custodia del Creato della Diocesi di Concordia-Pordenone. All’interno di questo contesto, è nata l’idea di supportare questa iniziativa del Trattato internazionale per la messa al bando delle armi nucleari; perché è una cosa che interessa molto e su cui la dottrina sociale della Chiesa si è espressa in modo molto chiaro. Ma è anche una cosa che interessa molto alla nostra diocesi visto che ospita la base militare di Aviano, dove si trovano una quarantina di testate nucleari.

D. – Qual è il messaggio che arriva attraverso questo sussidio a chi lo leggerà?

R. – Questo sussidio è nato come una iniziativa di preghiera diffusa. Nasce con alcune riflessioni e alcune proposte per la celebrazione della Messa. Però, visto che è iniziata l’estate e c’è tutta una serie di attività nelle parrocchie, sono stati aggiunti degli strumenti e ulteriori idee, come ad esempio la possibilità di visionare un film o una canzone, perché sono attività che possono essere utilizzate nei campiscuola ad esempio.

D. – Perché è giusto sensibilizzare i fedeli verso questo problema?

R. – Da questo punto di vista la Chiesa si è espressa in modo assolutamente chiaro: le armi atomiche sono un rischio inaccettabile per l’uomo e per la Terra. In questo momento, al mondo ci sono diverse decine di migliaia di armi atomiche – quasi 15mila – e solo con l’esplosione di una minima parte di queste ultime non ci sarebbe più vita. Oltre a ciò, gestire questo arsenale nucleare in modo sicuro costa moltissimi soldi, i quali potrebbero essere impegnati a rendere il mondo più giusto e pacifico.

D. – Nel concreto che cosa si potrebbe fare di più, secondo lei?

R. – Capire che queste armi, anche se non se ne parla molto, sono ancora qui e sono ancora perfettamente in azione, esattamente come trent’anni fa.

D. – Forti sono anche gli appelli del Papa: quanto possono sensibilizzare ulteriormente anche i potenti della Terra, secondo lei?

R. – I potenti della Terra hanno l’opportunità con questo trattato di dichiarare le armi illegali. È un processo lungo perché dichiarare un’arma illegale non vuol dire che questa sparisce il giorno dopo; però è un primo passo e soprattutto si è dimostrato molto efficace. È lo stesso percorso attuato ad esempio per le mine antiuomo: queste armi non sono sparite dalla Terra però sono molto meno usate. Soprattutto, per l’opinione pubblica è diventato palese che queste armi non sono nè consone e nè lecite.








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