Avanzano le truppe irachene nella liberazione di Mosul ma le operazioni sono rese difficili dagli jihadisti del sedicente Stato islamico, asserragliati in città. Preoccupazione per i 15mila civili intrappolati. Il servizio di Debora Donnini:
Sono necessari ancora alcuni giorni per liberare Mosul, gli stretti vicoli e gli antichi edifici della Città Vecchia, dai 200-300 jihadisti ancora presenti e che per fermare le truppe irachene fanno uso di cecchini, autobombe, e kamikaze. Lo afferma il comandante delle forze anti-terrorismo, Al Asaadi. Alta la preoccupazione per i civili. Ne sono rimasti 15mila dei 900mila presenti fino all’ottobre del 2016, quando è cominciata l’offensiva dell’esercito iracheno. Hanno bisogno di acqua e cibo con temperature che superano i 40 gradi. E vaste porzioni dell’Iraq sono ancora in mano agli jihadisti dell’Is: Hawija, a ovest di Kirkuk, e una fascia alla frontiera con la Siria. C’è anche il timore di rappresaglie contro i sunniti ritenuti fiancheggiatori o simpatizzanti dell’Is tanto che l’Onu ha espresso ieri estrema preoccupazione per le minacce ricevute da centinaia di famiglie e chiesto al governo iracheno di fermare qualsiasi tipo di punizione collettiva.
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