2017-07-03 14:33:00

Coldiretti: grandi affari per pochi sul cibo e tanti muoiono di fame


L' egoismo da parte dei grandi gruppi che lavorano nell'alimentazione genera fame e disuguaglianze. E' l'opinione del presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo che ai nostri microfoni ha commentato il Messaggio del Papa alla Fao. Alessandro Guarasci lo ha intervistato:

R. – E’ assurdo che viviamo in un mondo in cui abbiamo 800 milioni di persone che muoiono o soffrono la fame e oltre un miliardo e 200 milioni di persone invece che soffrono per eccesso di cibo o per una nutrizione non corretta a causa dell’eccesso, a causa dell’abbondanza. Quindi una situazione paradossale a cui si aggiunge il fatto che oggi un terzo del cibo prodotto viene sprecato dal campo alla tavola. Quindi già oggi noi avremmo cibo per sfamare la popolazione che avremo nel 2050. Invece, un sistema di regole, di ingiustizie, di consuetudini ormai dentro la filiera fa sì che le ingiustizie prevalgano.

D. – Spesso si punta il dito contro le multinazionali: quali sono le responsabilità di questi soggetti?

R. – C’è sicuramente l’egoismo di pochi soggetti che fanno grandi affari nel trading del cibo, dei prodotti agricoli, delle derrate alimentari commerciando e spostando navi e grandi quantitativi di prodotti in giro per il mondo, e purtroppo molto spesso questi soggetti sono aiutati da un sistema di regole, soprattutto quelle che governano la globalizzazione, che invece di considerare il cibo come un bene comune e quindi da valutare sulla base delle regole con cui è stato prodotto, del rispetto dei lavoratori, del rispetto dell’ambiente, viene valutato solo in virtù del basso costo. E’ paradossale pensare che in questi giorni in cui nel nostro Sud Italia si raccoglie il grano duro, arrivano navi nel porto di Bari con quantitativi di grano duro vecchio, non utilizzato che invece potrebbe essere anche utilizzato per dare da mangiare a popolazioni che ancora soffrono la fame.

D. – C’è anche un problema di gestione delle risorse agricole nei Paesi in via di sviluppo? Mi riferisco ad esempio all’approvvigionamento dell’acqua oppure alla fornitura di sementi …

R. – C’è un problema di modello di agricoltura che in troppe parti dei Paesi in via di sviluppo si sta imponendo: quello di un’agricoltura industrializzata, standardizzata dove spesso grandi multinazionali o soggetti legati a governi non propriamente limpidi, con il fenomeno del land-grabbing rubano le terre agli agricoltori locali per imporre grandi monocolture a uso magari di produzione energetica o di alimentazione degli animali. Questa è una situazione insostenibile: quando la produzione agricola non è legata ai mercati locali di consumo, prevalgono queste dinamiche di distorsioni lungo la filiera che fanno male agli agricoltori di quei Paesi, fanno male alle persone di quei Paesi che soffrono la fame e generano, paradossalmente, anche una concorrenza sleale nei confronti degli agricoltori dei Paesi più fortunati, come l’Italia.








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