2017-07-05 13:48:00

Charlie: no del Regno Unito al trasferimento al Bambino Gesù


La madre di Charlie Gard, il bambino inglese di dieci mesi affetto da una malattia rara e tenuto in vita artificialmente, ha telefonato all’ospedale Bambino Gesù che ha ribadito la volontà di ospitare il piccolo per poter continuare le cure. Questioni legali impedirebbero tuttavia il trasferimento dal Regno Unito, dopo che i giudici avevano già dato il nulla osta allo spegnimento delle macchine seguendo il parere dei medici. Ascoltiamo le parole della presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc nel servizio di Michele Raviart:

“Io sono stata contattata dalla mamma di Charlie, che è una signora molto determinata, decisa, e che non vuole proprio cedere di fronte a nulla. Lei ci ha chiesto di provare a verificare la possibilità che questa cura venga fatta, e i nostri medici, gli scienziati - coloro che di questo si occupano - stanno approfondendo la possibilità. Però l’ospedale ci ha detto che il board per motivi legali non può trasferire il bambino da noi”

La speranza dei genitori di Charlie è quella di poter trasferire il bambino e tentare ogni cura possibile, alla ricerca delle evidenze scientifiche necessarie per superare gli ostacoli legali al trasferimento.  Un “no” ribadito anche dal ministro degli esteri britannico Boris Johnson, che pur apprezzandone la generosità, ha riaffermato l’impossibilità di accogliere l’offerta di trasferimento in Italia proposta dalla Farnesina. La Santa Sede, intanto, farà il possibile per rimuovere gli ostacoli legali - giudicati incomprensibili dal presidente di Scienza e Vita Alberto Gambino -. Ascoltiamo il card. Segretario di Stato Pietro Parolin:

“Adesso vediamo se possiamo aiutare nel senso di superare questi problemi. Se possiamo farlo, lo faremo. Quello che è possibile fare faremo; poi naturalmente per la parte medica il Bambino Gesù si attiverà. Noi siamo per la vita, ripetiamo quello che ha detto il Papa, e quindi offriamo tutte le possibilità che ci sono perché per questo bambino siano continuate le cure”

In questo senso, la presidente Enoc non esprime giudizi di valore e ribadisce le intenzioni di Papa Francesco:

 “Nella vita ci sono delle zone grigie. Questa è una zona grigia, per cui è difficile dire se c’è accanimento terapeutico o no. E quindi su questa zona grigia io mi astengo da ogni giudizio e faccio solo quello che posso fare, cioè dire che possiamo accogliere il bambino e la famiglia e accompagnarli così come ci ha chiesto il Papa.

Quale che sia l’esito degli approfondimenti scientifici, l’ospedale Bambino Gesù si è impegnato ad accogliere e sostenere la famiglia di Charlie nelle sue decisioni.  Ancora Mariella Enoc:

“Il nostro ospedale continua a dare la risposta all’accompagnamento, all’accoglienza del bambino e dei suoi genitori, per una decisione che i genitori possono prendere sul togliere e staccare o no la spina. Forse anche accompagnarli, motivarli, spiegargli veramente le condizioni di questo loro piccolo. Anche se devo dire che ho trovato la mamma determinatissima a combattere sino all’ultimo. Approfondiremo questo tema, però certo il compito primo dell’ospedale è quello dell’accoglienza e dell'aiuto al bambino e alla famiglia per una malattia che comunque è gravissima”

Lo scorso anno le famiglie ospitate nelle stanze messe a disposizione gratuitamente dal Bambino Gesù sono state infatti 3.700 per un totale di oltre 90 mila notti. Numeri che emergono dalla presentazione dei risultati dell’attività sanitaria e scientifica del 2016, presentata ieri in Vaticano e che ribadiscono come l’ospedale pediatrico sia un’eccellenza non solo sul territorio italiano. 80 mila gli accessi al pronto soccorso e 27 mila i ricoveri ordinari. 339 i trapianti di organi e tessuti eseguiti dall’ospedale, l’unico in Europa a effettuarne tutti i tipi conosciuti. 9.600 i pazienti colpiti da malattie rare, dieci delle quali sono state identificate per la prima volta dai laboratori dell’ospedale. Proprio dal punto di vista della ricerca il Bambino Gesù risulta il primo in Italia per importanza delle pubblicazione scientifiche. Dal punto di vista della sicurezza sanitaria ridotte del 76% in dieci anni le infezioni ospedaliere. Ribadita quindi dal cardinale Parolin “la stima, la fiducia e la vicinanza del Papa”, oltre all’apprezzamento per il rigore e la trasparenza dell’amministrazione:

 “Credo davvero che stiamo andando nel senso giusto. Esprimiamo in questo senso piena fiducia nell’attuale dirigenza dell’ospedale e incoraggiamo ad andare avanti in questo cammino che si è aperto. Come è stato detto, nessun ospedale è perfetto, i problemi ci sono sempre, ma credo che ci sia in atto il tentativo e lo sforzo serio di risolverli”.








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