2017-07-05 11:32:00

Messico. Chiesa: dallo Stato misure inefficaci contro droghe


 “Malato e violento”: s’intitola così l’editoriale del settimanale dell’arcidiocesi del Messico “Desde la Fe”, che mette in discussione l’operato dello Stato per combattere il consumo di droghe. L’articolo parte dalle statistiche presentate dalla Segreteria federale per la salute, secondo le quali, l’uso di droghe illegali si è duplicato negli ultimi cinque anni.
 
Tra le cause l’indebolimento della famiglia 
“Le azioni dello Stato – si legge nel testo – hanno indebolito la famiglia e hanno incoraggiato modelli estranei che stanno colpendo questa istituzione fondamentale e, in buona misura, scuola di prevenzione delle tossicodipendenze”. L’editoriale dell’arcidiocesi analizza il problema puntando sulle mancate politiche di prevenzione del consumo di stupefacenti e sulle fallite misure per fermare questo fenomeno in crescita.
 
Sempre più alto il consumo tra donne, giovani e bambini 
In base ai risultati del sondaggio nazionale sul consumo di droghe, alcol e tabacco 2016, il settimanale sottolinea che nel 2011 erano 4,8 milioni gli uomini tossicodipendenti. Oggi, sono intorno ai 6,5 milioni, dunque, circa il 25 per cento in più. Situazione analoga quella delle donne tossicodipendenti, passate da 926 mila a 1,9 milioni, quasi il 100% in più.  Anche tra i giovani e i bambini si è raddoppiato il consumo soprattutto di marijuana e droghe sintetiche.
 
Il Messico non è preparato per la depenalizzazione della cannabis
 
L’editoriale punta il dito sul decreto dello scorso 19 giugno che regolarizza l’uso medico della marijuana. “Si tratta – afferma la nota – del primo passo a favore dei sostenitori della depenalizzazione dell’uso ricreativo, del consumo personale, della coltivazione e della commercializzazione della cannabis”. Il settimanale afferma che il “Messico non è pronto per impedire che la corruzione e l’impunità del commercio illegale sul mercato nero, facciano di questa normativa, un'attività lucrativa”.
 
La legalizzazione delle droghe non è prevenzione 
Il settimanale diocesano ribadisce che questo decreto dimostra una delle tante “paradossali soluzioni politiche” che considerano la legalizzazione delle droghe come il “miglior palliativo” quando, in realtà, si aprono le porte alle tossicodipendenze. Per altro verso, l’editoriale critica l’approccio “repressivo”  della guerra dello Stato contro il narcotraffico, che invece di scoraggiare incrementerà il numero di tossicodipendenti. “Su questo triste orizzonte - conclude l'editoriale - si affaccia  un Paese malato e violento”. (A cura di Alina Tufani)








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