Kenya, Sud Sudan, Somalia, Etiopia: questi i Paesi destinatari della speciale colletta nazionale che la Conferenza episcopale irlandese ha indetto per i giorni 22 e 23 luglio, per correre in aiuto delle popolazioni africane colpite da una grave carestia. Il denaro raccolto – informa una nota – sarà gestito da Trócaire, l’agenzia di sviluppo all’estero della Chiesa cattolica irlandese, per fornire cibo, acqua, assistenza sanitaria e di prima necessità a circa 25 milioni di persone colpite da indigenza.
Appello a partecipare con generosità
Sollecitando l’adesione dei fedeli alla colletta,
l’arcivescovo Eamon Martin, Primate di tutta l’Irlanda, ha ribadito: “Milioni di persone,
in Africa Orientale, patiscono la fame. Le coltivazioni non producono più ed il bestiame
muore a causa della mancanza di pascoli e di acqua”. “Dobbiamo renderci conto che
dietro questi numeri – ha evidenziato ancora l’arcivescovo – ci sono persone reali,
madri e padri di famiglia, incapaci di sfamare i loro figli affamati”. Di qui, l’appello
a tutte le parrocchie irlandesi a “rispondere a questa terribile tragedia con generosità”.
Impegno concreto sul campo
Dal suo canto, mons. William Crean, presidente di
Trócaire, sottolinea che l’organismo sta attualmente conducendo una campagna pubblicitaria
per sensibilizzare le persone sulla gravità di questa crisi. “I centri sanitari di
Trócaire in Somalia stanno trattando circa 19mila persone al mese per malnutrizione
e malattie associate, mentre più di 13mila bambini in Kenya riceveranno alimenti ad
alta energia”.
Una crisi dimenticata dal resto del mondo
Sebbene le Nazioni Unite abbiano descritto la situazione
nelle zone africane devastate dalla siccità come “la più grande crisi umanitaria dai
tempi della seconda guerra mondiale”, "a livello globale, questa crisi ha ricevuto
poca attenzione – continua mons. Crean - Il mondo è distratto dalle azioni di alcuni
politici, mentre in Africa orientale milioni di persone soffrono in silenzio. E questo
è inaccettabile". (I.P.)
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