2017-07-18 16:49:00

Incendi a Roma. Mons. Lojudice: sensibilizzare sulla tutela dell'ambiente


Le fiamme continuano ad avvolgere l’Italia: nella Capitale non si arrestano gli incendi che, da ieri pomeriggio, stanno devastando la pineta di Castelfusano, sul litorale romano, già colpita, qualche giorno fa, dalla stessa emergenza. Numerose sono le abitazioni evacuate, con allarme e paura tra i residenti delle zone interessate. Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, è intervenuta definendo l’accaduto un vero e proprio “disastro ambientale”. Brucia anche il Sud, altrettanto minacciato dai numerosi incendi che stanno mettendo in ginocchio il Paese. Giulia Bedini ne ha parlato con mons. Augusto Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma:

R. – Siamo davanti, purtroppo, a una tragedia che si ripete in questi periodi. I veri problemi sono: prima di tutto come prevenire queste cose, in secondo luogo quando sono incendi dolosi, come e perché avvengono, e terzo, certamente, fare in modo che nell’opinione pubblica ci sia una grande attenzione. Alla fine di ogni estate siamo costretti a constatare che sono andati in fumo migliaia e migliaia di ettari di boschi, di alberi, di piante che sono una sottrazione, un sottrarre un pezzettino di vita all’intera collettività.

D. – Tornerei sul problema della responsabilità dell’uomo: la maggior parte di questi incendi risultano essere di natura dolosa …

R. – Il tema della natura in genere non è un tema che tocca così le coscienze delle persone. Il Papa ha scritto un’enciclica – la Laudato si’ – che è un appello a custodire questo grande bene che è il luogo dove l’essere umano vive e senza il quale l’essere umano non può vivere. Quindi, questo secondo me è un punto: come ri-coscientizzare le comunità cristiane e anche noi come pastori, come preti, come vescovi, a sottolineare questo tema. L’ambiente non è un accessorio: stiamo uccidendo la vita in generale. Credo che sia sempre più importante che tutti, e in particolare le comunità cristiane, si rimettano un po’ in sintonia con questo tema per interrogarci maggiormente, anche sulle responsabilità personali che riguardano questi problemi.

D. – Qual è il ruolo delle istituzioni in questo difficile frangente?

R. – Ovviamente sono preposte alla tutela, alla custodia, alla salvaguardia innanzitutto della vita e va da sé. Le istituzioni devono fare il massimo possibile affinché queste catastrofi siano prevenute, ma l’istituzione non ce la può fare a risolvere e ad affrontare i problemi anche solo di una città come Roma. Io credo che invece si debba ripartire e l’istituzione dovrebbe aiutare i cittadini a ripensarsi come parte attiva in un ruolo sociale. Il cittadino deve ritrovare la fiducia nell’istituzione e l’istituzione deve dare fiducia al cittadino, altrimenti è un corto circuito continuo. Bisogna assolutamente trovare un modo per metterci maggiormente in rete: l’istituzione per farsi più prossima al cittadino, e quindi uscendo un po’ da quella belligeranza politica che ormai sembra essere l’unica cosa che si vede e che si sente in giro; il cittadino deve essere più ricettivo, più attento. Io credo che le comunità cristiane in questo possano fare tanto, perché le parrocchie sono ancora degli indotti dove circola parecchia gente, soprattutto le giovani generazioni, i bambini. Partire proprio da una rieducazione civica, potremmo dire: che non è un’altra cosa, rispetto all’educazione alla fede, perché anche questo fa parte dell’educazione alla fede e, ripeto, il Papa ce l’ha dimostrato con grande chiarezza.








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