2017-07-19 15:09:00

Usa concedono residenza permanente al piccolo Charlie


Di Gabriella Ceraso

Novità nel caso del piccolo Charlie Gard affetto da una rara malattia mitocondriale e ricoverato a Londra in attesa che, come previsto il 25 luglio, l’Alta Corte britannica consenta per lui l'accesso ad una terapia sperimentale negli Stati Uniti che potrebbe offrirgli una possibilità di salvezza. Il Congresso americano ha concesso al piccolo e alla sua famiglia la "residenza permanente" negli Usa, primo passo verso la cittadinanza oltreoceano.

La notizia è arrivata dai media britannici ed è stata rilanciata su Twitter da Jeff Fortenberry, politico statunitense repubblicano, che ha scritto: ”Abbiamo appena approvato un emendamento che garantisce lo stato di residenza permanente a Charlie Gard e alla sua famiglia, in modo che possa ottenere il trattamento medico di cui ha bisogno”.

Dal punto di vista giuridico, spiega il professor Gianluca Contaldi, ordinario di Diritto dell'Unione europea all'Università di Macerata, la "decisione del Parlamento Usa non è vincolante, è solo un elemento procedimentale, seppur importante, che può essere preso in considerazione, tenendo presente le modalità decisionali dei giudici dell'Alta Corte".  La "residenza permanente" spiega ancora il professore aveva più senso in passato per gli Stati Unuiti e soprattutto garantiva coloro che "già vivevano negli Usa".

Stando alle fonti britanniche in effetti non è ancora chiaro l’esito che questa decisione avrà e resta il timore che possa complicare ancor di più la già complessa battaglia legale che vede per ora contrapposti i medici del Great Ormond Street Hospital di Londra, convinti che l'unica via sia l'interruzione dei supporti vitali al piccolo paziente, e i suoi genitori che invece vorrebbero gli venisse data una opportunità con il trattamento sperimentale su cui lavora l'esperto statunitense Michio Hirano. Proprio nei giorni scorsi lo specialista ha visitato, con il suo staff, Charlie, ma secondo alcune fonti, non sembra aver convinto i colleghi britannici sulla validità della terapia che potrebbe essere più idonea per il bimbo.

 

Ascolta e scarica il podcast dell'intervista integrale a Gianluca Contaldi:








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