2017-07-26 13:51:00

Cile: Camera dei deputati blocca la legge sull’aborto


Il progetto di legge che permette l’interruzione della gravidanza è stato bloccato per un voto, giovedì scorso, dalla Camera dei deputati cilena. La legge, approvata due giorni prima dal Senato, aveva provocato il grande rammarico dei vescovi per il voto a favore della depenalizzazione dell’aborto da parte dei parlamentari cristiani. Il progetto, tuttora al vaglio di una commissione bicamerale, prevede l’aborto in tre casi: quando la gravidanza mette in pericolo la vita della madre, quando il feto presenta malformazioni o patologie incompatibili con la vita o in caso di gravidanza dopo uno stupro. Di fronte ad una possibile approvazione del progetto di legge la coalizione pro-vita ha già annunciato che farà ricorso al Tribunale Costituzionale.

Discriminazione ingiusta verso esseri indifesi
La Commissione permanente dell’episcopato, all’indomani della decisione del Senato, ha dichiarato in un comunicato, che il progetto legge “stabilisce e legittima nella società cilena una discriminazione ingiusta verso esseri umani indifesi, la cui vita deve essere garantita e protetta dallo Stato”. Nonostante, le “possibili azioni o i ricorsi presso il Tribunale Costituzionale”, i presuli ribadiscono che si tratta di una legislazione priva di “una risposta umana e civile” di fronte al dramma delle donne in situazioni limite come quelle previste dalla normativa. “Invece di fare il massimo sforzo per entrambe le vite umane, altrettanto degne di tutela, quella della madre e quella del figlio, ora in Cile – si legge nel comunicato - ci saranno bambini e bambine considerati scarti”.  “Scarti come Papa Francesco ha definito tutti gli esseri umani che la società emargina perché ‘scomodi’ o perché non considerati degni di vivere”.

Contraddizione etica dei parlamentari che si dichiarano cristiani
“Le autorità politiche sono chiamate, per prime, a testimoniare coerenza tra le convinzioni che proclamano e il loro agire politico”. Queste le parole dei vescovi che si dicono addolorati per gli argomenti e la posizione dei parlamentari cristiani che hanno votato a favore di questa iniziativa. Quindi, viene dato riconoscimento ai congressisti coerenti con la loro fede malgrado le critiche e le incomprensioni, e a chi, attraverso le organizzazioni della società civile, ha fatto il possibile per proteggere la sacralità e la dignità della vita. Nel comunicato, i vescovi ricordano inoltre il messaggio del 25 marzo 2015, intitolato “Il diritto umano ad una vita degna per tutti”. In questo documento ribadiscono che “Non uccidere deliberatamente e direttamente gli innocenti è un assoluto morale il cui riconoscimento e protezione sono essenziali per la vita della comunità".

La Chiesa continuerà a lavorare a favore della vita
I vescovi concludono il messaggio affermando che la Chiesa sarà sempre “rispettosa dei poteri dello Stato” nel contesto della democrazia. “Con trasparenza – sottolineano - abbiamo offerto il nostro parere a tutti gli organi competenti, attraverso le persone e le istituzioni che continueranno a lavorare a favore della vita. Di fronte ad ogni dramma umano - conclude la nota - i cattolici continueranno a proclamare l'amore infinito di Dio, che nella risurrezione di suo Figlio Gesù Cristo ci offre la fonte per la promozione di ogni vita umana e della sua dignità”. (A cura di Alina Tufani)








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