2017-07-31 13:32:00

Il Papa: come Sant'Ignazio di Loyola lasciamoci conquistare da Gesù


di Debora Donnini

“Come Sant’Ignazio di Loyola, lasciamoci conquistare dal Signore Gesù e, guidati da Lui, mettiamoci al servizio del prossimo”. E’ il tweet lanciato da Papa Francesco dal suo account @Pontifex nel giorno in cui la Chiesa ricorda Sant’Ignazio, il 31 luglio.

Da combattente per i potenti a combattente per Dio. Così si potrebbe riassumere la vita di Sant’Ignazio, improntata ad un’educazione cavalleresca. Íñigo López de Loyola nasce in Spagna intorno al 1491 da una famiglia appartenente ad un potente casato. Rimane orfano e viene mandato alla corte del ministro delle finanze del re Ferdinando il Cattolico. In quegli anni la sua vita è dedita alla letteratura e alla composizione poetica ma anche ai divertimenti come i cavalieri dell’epoca. Quindi, il giovane cavaliere dal carattere focoso si impegna nella difesa di Pamplona assediata dai francesi ma viene colpito alla gamba destra tanto da dover essere sottoposto a dolorose operazioni. Zoppicherà tutta la vita.

E’ proprio la convalescenza forzata a portarlo a leggere la Vita Christi di Lodolfo Cartusiano e il Flos sanctorum. Decide, quindi, di seguire Cristo concretizzando questa scelta a Montserrat dove si spoglia dei suoi abiti cavallereschi per indossare quelli di un povero. Una conversione che si fa ancora più intensa dopo la “grande illuminazione” presso il fiume Cardoner. Riesce, finalmente, a visitare Gerusalemme e i luoghi santi. Torna in Spagna e all’Università di Parigi studia per 7 anni ampliando la sua cultura letteraria e teologica .

Qui, a Monmartre, il 15 agosto del 1534, con altri sei studenti fa i voti di povertà e castità. Il loro desiderio è di fare un lavoro di missionario a Gerusalemme o in qualsiasi altro luogo il Papa li avesse mandati. Diventa, quindi, sacerdote. Inizia il percorso di approvazione della Compagnia di Gesù con Paolo III e si conclude con Giulio III nel 1550. Ignazio viene eletto come primo Preposito generale e invia i suoi compagni per il mondo per creare scuole, seminari e tramite prediche confessioni e istruzione penetrare tutti gli strati sociali. Muore nel 1556 a 65 anni e viene proclamato santo nel 1622. I gesuiti oltre ai voti di castità, povertà e obbedienza, promettono anche speciale obbedienza al Papa.

Gli Esercizi spirituali, stampati per la prima volta nel 1548, sono una delle perle dell’eredità di Sant’Ignazio. Centrale è il discernimento. “Il discernimento è una delle cose che più ha lavorato interiormente Sant’Ignazio. Per lui è uno strumento di lotta per conoscere meglio il Signore e seguirlo più da vicino”, dice Papa Francesco rispondendo ad una domanda di padre Antonio Spadaro in un’intervista del 2013 alla Civiltà Cattolica. Il primo Papa gesuita della storia si sofferma sulla virtù della magnanimità, cioè del fare le cose piccole di ogni giorno all’interno del grande orizzonte del Regno di Dio, e sottolinea che “questo discernimento richiede tempo”: c’è sempre bisogno di tempo per un cambiamento vero, ed è proprio “il tempo del discernimento”. Ad esempio, il discernimento sprona a fare subito “quel che inizialmente si pensa di fare dopo”. “Diffido delle decisioni prese in maniera improvvisa”, spiega Papa Francesco. “Diffido sempre della prima decisione, cioè della prima cosa che mi viene in mente di fare se devo prendere una decisione”.

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