il nostro inviato Stefano Leszczynski
Ha preso ufficialmente il via nella città indonesiana di Yoygiakarta, nell’isola di Java, la 7.ma Giornata della Gioventù Asiatica, il cui tema è dedicato alla testimonianza del Vangelo nel contesto dell’Asia multiculturale. E’ il suono di un enorme Gong di rame a dare il via ufficiale all'evento. Yoygiakarta, melting pot indonesiano, è al centro dell’isola di Java. In questa fortunata località, soprannominata anche la ‘città che sorride’, si sono radunati gli oltre 2mila giovani provenienti da 21 paesi della regione. Obiettivo principale e dichiarato di questa Giornata della Gioventù è quello di testimoniare il Vangelo in un contesto multiculturale e multireligioso in cui il bisogno di dialogo e conoscenza reciproca si fa sempre più forte. Alla cerimonia d’apertura presso il centro fieristico messo a disposizione dalle autorità cittadine – l’imponente “Jogja Expo Center” - hanno partecipato anche rappresentanti delle autorità nazionali e locali. Particolarmente significativa in questo contesto la presenza del Sultano governatore di Yoygiakarta, Hamengku Buwono X, massima autorità politica e religiosa islamica a livello locale. Il tema del dialogo interreligioso è uno dei più sentiti in Indonesia, il più popoloso paese islamico al mondo con oltre 250 milioni di abitanti e dove i cattolici sono una minoranza inferiore al 3%. Vogliamo mostrare ai giovani dell’Asia e al mondo - ha sottolineato il presidente dei vescovi indonesiani, mons. Ignatius Suharyo - che l’Indonesia è un paese sicuro e che la minaccia del radicalismo può essere sconfitta con il dialogo. “Unità nella diversità” è il motto dell’Indonesia cui tutti sembrano fare riferimento. Una regola che i giovani cattolici hanno assorbito profondamente, spiega in conferenza stampa mons. Suharyo, e che voglio trasmettere ai coetanei di tutta la regione. E a dare ancor più concretezza a queste parole è anche il vescovo di Semarang, mons. Rubyatamoko, che con una punta di orgoglio sottolinea la partecipazione nell’organizzare l’evento anche di giovani musulmani.
A presiedere la Messa inaugurale, il cardinale arcivescovo di Dacca (Bangladesh) Patrick D'Rosario, presidente della Commissione per i giovani della Federazione della Conferenze Episcopali dell'Asia, organizzatore e promotore dell'evento. Queste le sue parole ai nostri microfoni:
R. - Penso che l’importanza principale di questo evento è che ci sono giovani che in maniera davvero attiva testimoniano i valori del Vangelo e della loro cultura. Si riuniscono insieme per condividere questi valori e sono ispirati e molto aperti. Viviamo in un colonialismo ideologico in Asia e a volte abbiamo la sensazione di aver perso i nostri valori. Ma poi, quando i giovani asiatici si riuniscono tutti insieme, diventano davvero consapevoli della loro ricchezza e della maniera in cui testimoniano il Vangelo in altri Paesi e in altre situazioni: e traggono da tutto questo ispirazione.
D. - Quest’anno, la Giornata della Gioventù asiatica si svolge nel più grande Paese dell’Asia a maggioranza musulmana: quanto è importante mostrare quello che fanno i cattolici e cosa pensano in un contesto del genere, dove si vede la minaccia del radicalismo ad esempio…
R. – Penso che l’Indonesia sia stata una buona scelta, nel senso che l’Indonesia è il più grande Paese a maggioranza musulmana del mondo. Da questo emergono due cose: la maggioranza delle persone è musulmana, ma allo stesso tempo esiste un’identità culturale delle persone e nel Paese sono condivisi i principi della “Pancasila”, che è universale e avvicina le persone tra di loro. Per questo credo che gli elementi culturali e l’identità culturale non possano essere ignorati in questo periodo di militarizzazione del Paese e dove esiste la minaccia del terrorismo.
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