2017-08-02 14:41:00

Indonesia: al via la Giornata della gioventù asiatica


il nostro inviato Stefano Leszczynski

Ha preso ufficialmente il via nella città indonesiana di Yoygiakarta, nell’isola di Java, la 7.ma Giornata della Gioventù Asiatica, il cui tema è dedicato alla testimonianza del Vangelo nel contesto dell’Asia multiculturale. E’ il suono di un enorme Gong di rame a dare il via ufficiale all'evento. Yoygiakarta, melting pot indonesiano, è al centro dell’isola di Java. In questa fortunata località, soprannominata anche la ‘città che sorride’, si sono radunati gli oltre 2mila giovani provenienti da 21 paesi della regione. Obiettivo principale e dichiarato di questa Giornata della Gioventù è quello di testimoniare il Vangelo in un contesto multiculturale e  multireligioso in cui il bisogno di dialogo e conoscenza reciproca si fa sempre più forte. Alla cerimonia d’apertura presso il centro fieristico messo a disposizione dalle autorità cittadine – l’imponente  “Jogja Expo Center” - hanno partecipato anche rappresentanti delle autorità nazionali e locali. Particolarmente significativa in questo contesto la presenza del Sultano governatore di Yoygiakarta, Hamengku Buwono X, massima autorità politica e religiosa islamica a livello locale. Il tema del dialogo interreligioso è uno dei più sentiti in Indonesia, il più popoloso paese islamico al mondo con oltre 250 milioni di abitanti e dove i cattolici sono una minoranza inferiore al 3%. Vogliamo mostrare ai giovani dell’Asia e al mondo - ha sottolineato il presidente dei vescovi indonesiani, mons. Ignatius Suharyo - che l’Indonesia è un paese sicuro e che la minaccia del radicalismo può essere sconfitta con il dialogo. “Unità nella diversità” è il motto dell’Indonesia cui tutti sembrano fare riferimento. Una regola che i giovani cattolici hanno assorbito profondamente, spiega in conferenza stampa mons. Suharyo, e che voglio trasmettere ai coetanei di tutta la regione. E a dare ancor più concretezza a queste parole è anche il vescovo di Semarang, mons. Rubyatamoko, che con una punta di orgoglio sottolinea la partecipazione nell’organizzare l’evento anche di giovani musulmani.

A presiedere la Messa inaugurale, il cardinale arcivescovo di Dacca (Bangladesh) Patrick D'Rosario, presidente della Commissione per i giovani della Federazione della Conferenze Episcopali dell'Asia, organizzatore e promotore dell'evento. Queste le sue parole ai nostri microfoni:

R. - Penso che l’importanza principale di questo evento è che ci sono giovani che in maniera davvero attiva testimoniano i valori del Vangelo e della loro cultura. Si riuniscono insieme per condividere questi valori e sono ispirati e molto aperti. Viviamo in un colonialismo ideologico in Asia e a volte abbiamo la sensazione di aver perso i nostri valori. Ma poi, quando i giovani asiatici si riuniscono tutti insieme, diventano davvero consapevoli della loro ricchezza e della maniera in cui testimoniano il Vangelo in altri Paesi e in altre situazioni: e traggono da tutto questo ispirazione.

D. - Quest’anno, la Giornata della Gioventù asiatica si svolge nel più grande Paese dell’Asia a maggioranza musulmana: quanto è importante mostrare quello che fanno i cattolici e cosa pensano in un contesto del genere, dove si vede la minaccia del radicalismo ad esempio…

R. – Penso che l’Indonesia sia stata una buona scelta, nel senso che l’Indonesia è il più grande Paese a maggioranza musulmana del mondo. Da questo emergono due cose: la maggioranza delle persone è musulmana, ma allo stesso tempo esiste un’identità culturale delle persone e nel Paese sono condivisi i principi della “Pancasila”, che è universale e avvicina le persone tra di loro. Per questo credo che gli elementi culturali e l’identità culturale non possano essere ignorati in questo periodo di militarizzazione del Paese e dove esiste la minaccia del terrorismo.








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