2017-08-08 14:24:00

Camillianum: in estate sofferenza e assistenza non vanno in vacanze


Di Elvira Ragosta

I mesi estivi, in particolare quello di agosto, rappresentano per molti il momento in cui poter dedicare qualche giorno alle ferie e al riposo dopo un anno di lavoro. C’è però un mondo che non va in vacanza neppure in estate: è quello della sofferenza e dell’assistenza, che vede sempre impegnati familiari, operatori sanitari e volontari, che con amore e competenze specifiche si prendono cura di chi è in difficoltà.

La professoressa Palma Sgreccia, preside dell’Istituto Camillianum che da 30 anni si occupa di ricerca e formazione, sottolinea l’importanza della relazione di cura, il cui “nocciolo etico - dice - è l’essere un patto di fiducia, non un contratto, quindi serve empatia, prossimità, condivisione e accoglienza”. Una relazione in cui tutti devono sentirsi riconosciuti, poiché “si può correre il rischio - aggiunge la preside - che il malato sia trattato frettolosamente o senza l’adeguata competenza, ma anche che si dimentichino il care giver, i suoi bisogni e diritti e che il care giver diventi un io trasparente che vede i bisogni degli altri, senza che vengano riconosciuti i suoi”.

Per questo la formazione di coloro che si occupano di assistenza a malati, anziani e bisognosi di cure è fondamentale. “È importante aiutarli ad incarnare una serie di percezioni profonde - continua la prof.ssa Sgreccia - di idee, necessarie al rapporto di cura e ascolto del sofferente. La formazione è importante per cercare di promuovere la crescita della personalità del care giver, in modo che il rispetto, l’incoraggiamento alla speranza, il conforto, il garbo, diventino spontanei. Ovviamente tutto questo, insieme alla competenza”.

Tra le iniziative formative del Camillianum, ad esempio, ci sono dei tirocini pratici per gli studenti, che visitano diversi luoghi di cura per mettere a punto stile di approccio e competenze. “L’aspetto più importante nella formazione di queste figure - conclude Palma Sgreccia- è fare in modo di promuove l’intelligenza della sofferenza, cioè riuscire a vivere la sofferenza come un luogo gli solidarietà con gli altri e con Dio; un luogo dove non manchi mai fiducia e speranza”.

Ascolta e scarica il podcast dell'intervista alla preside Palma Sgreccia:








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