2017-08-15 09:30:00

Terremoto, il vescovo di Rieti: alle parole seguano i fatti


di Alessandro Guarasci 

Nelle zone del Centro Italia colpite dal terremoto molti sindaci vorrebbero una ricostruzione più veloce. Ieri c'è stata la visita ad Arquata del Tronto del premier Paolo Gentiloni, convinto che "sulle zone franche" l'impianto legislativo sia "solido"  e che "l'impegno economico e finanziario" sia il "più rilevante che ci sia mai stato nella ricostruzione di questi decenni in Italia. Non è stato fatto nulla di diverso di quello che è contenuto nella legge". Per il premier, conmunque, Il segnale della rimozione delle macerie è "indispensabile" e occorre anche superare le difficoltà burocratiche che rallentano la ricostruzione, come ha denunciato il vescovo di Ascoli, mons. Giovanni d'Ercole. Ma come si vive in quelle terre a quasi un anno dal sisma? Ai nostri microfoni mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti:

R. – Il sentimento è quello di un’attesa impaziente rispetto al fatto che a parole impegnative che sono state assicurate, seguano concretamente dei fatti. Si riconoscano a questo territorio, che sta per vivere il primo anniversario da quel tragico evento con la serie interminabile di vittime, le esigenze di riscatto offrendo la possibilità di tornare a vivere qui, con un lavoro, con una casa e con un’accessibilità rispetto a questi territori periferici.

D. - Mons. Pompili, come vi state preparando in vista di questo primo anniversario del 24 agosto?

R. – Cercando di aumentare il contatto con le persone attraverso la conoscenza delle famiglie che hanno avuto delle vittime; garantendo una prossimità a tutti coloro che vivono sul territorio e che sono dispersi nelle diverse frazioni. Questo grazie ai tanti volontari che da ogni parte d’Italia si stanno alternando in queste settimane attraverso campi di lavoro coordinati dalla Caritas, cercando naturalmente anche di venire incontro alle difficoltà di carattere economico con alcuni progetti che stanno per essere realizzati a sostegno di chi qui intende continuare a stare e a investire.

D. - Ci saranno celebrazioni il 24 agosto?

R. - Nella notte ci sarà una veglia silenziosa di riflessione con il ricordo attraverso il suono della campana delle singole vittime. Sarà un momento improntato alla discrezione, al silenzio. Alla Messa del giorno dopo, che si celebrerà alle ore 11.00, ci sarà un momento pubblico e comunitario con una preghiera di suffragio per le vittime.

Ascolta e scarica il podcast dell'intervista a mons. Domenico Pompili

 








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