2017-08-19 11:30:00

Parolin a Mosca. Il nunzio: visita per il dialogo e la riconciliazione


di Gabriella Ceraso

"Mi auguro che questa visita faciliti dialogo e intesa tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa e contribuisca alla risoluzione di numerose tensioni internazionali". Questo in sintesi l'auspicio che il nunzio a Mosca, mons. Celestino Migliore, già osservatore permanente della Santa Sede all'Onu di New York, esprime a poche ore dalla partenza per la Russia del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Il programma della visita, dal 21 al 24 agosto nella capitale russa, è stato reso noto dalla Sala Stampa vaticana che ne ha sottolineato lo scopo nell'incontro con le più alte Autorità civili e i vertici della Chiesa Ortodossa Russa, ma anche nella "manifestazione della vicinanza spirituale del Papa alla locale Comunità cattolica".

Al centro della visita a Mosca del porporato, la "situazione internazionale, con precipua attenzione agli aspetti di carattere umanitario". Il cardinale Parolin incontrerà per primi i vescovi cattolici del Paese, poi il Presidente russo Putin e il ministro agli Affari Esteri Lavrov e le due cariche più importanti della Chiesa ortodossa: il Patriarca Kirill e il Metropolita Hilarion.

La riflessione di mons. Celestino Migliore si ricollega allo storico incontro di Papa Francesco con il Patriarca Kirill all'Avana l'anno scorso e si sofferma sui passi comuni compiuti delle due Chiese, ma anche sul delicato scenario internazionale in cui Mosca è tornata a giocare un ruolo chiave, spiegando la posizione della Santa Sede:

R. - Il cardinale segretario di Stato viene a Mosca facendosi interprete dalla sollecitudine di Papa Francesco per le varie crisi mondiali in atto. La Santa Sede segue con attenzione e preoccupazione tutte queste situazioni e desidera portare il proprio contributo per una specifica risoluzione, appellandosi anche alla buona volontà, alle possibilità e all’intesa dei maggiori attori sulla scena internazionale.

D. - In questo momento, Mosca gioca un ruolo particolare: a livello internazionale è tornata in primo piano. Qual è lo specifico ruolo di un segretario di Stato vaticano a colloquio con le autorità di questo Paese?

R. - È proprio il ruolo della Santa Sede che mantiene le porte aperte all’incontro, al dialogo e al confronto con ogni Paese, cultura e religione e, allo stesso tempo, incoraggia a mettere da parte i diaframmi ideologici che spesso travisano la realtà.

D. - In che modo il Patriarcato di Mosca, ma anche la Chiesa cattolica di Russia, stanno guardando a questa visita? Cosa si aspettano?

R. - Dopo l’incontro dello scorso anno all’Avana tra il Papa e il Patriarca, la posizione di segretario di Stato conferisce a questa visita del card. Parolin un’importanza di particolare rilievo; come già si può rilevare da alcune interviste uscite in questi giorni, questa visita è molto attesa sia da parte cattolica che da parte ortodossa.

D. - Ci sono degli ambiti di crescita nel cammino del dialogo ecumenico in vista dell’unità?

R. - Uno dei campi di collaborazione, così come delineati nelle dichiarazioni dell’Avana, è trovare convergenze nell’affrontare questioni per facilitare la soluzioni di crisi, sfide e minacce che incombono su varie parti del mondo. Per esempio, posso citare un’iniziativa che sta andando avanti: quella della sensibilizzazione della comunità internazionale alla questione delle persecuzioni dei cristiani in Medio Oriente e alle modalità di fornire loro un aiuto. Certo, questa visita costituirà un momento prezioso di concertazione su questi temi e su altri.

D. - Lei è stato inviato a Mosca l’anno scorso, proprio dopo l’incontro tra il Papa e il Patriarca Kirill, per seguire i rapporti con il Patriarcato. Personalmente cosa si augura anche per tutta la comunità che vive intorno a lei?

R. - Mi auguro che questa visita accresca quella conoscenza e stima reciproca tra le due comunità cristiane proprio perché ciò che posso rilevare nella mia esperienza è che si possono, si devono fare e si stanno facendo a livello culturale, religioso, sociale, umanitario, iniziative comuni che aiutano questo avvicinamento. Però l’iniziativa che mi sembra più pertinente allo scopo è quella di creare in tutti i modi nelle popolazioni questa idea che non abbiamo più ragione di temerci l’un l’altro. Ovviamente, c’è tutto un passato che pesa, ma c’è anche l’urgenza del presente, del futuro che ci chiama ad andare avanti e a mettere alle spalle queste recriminazioni del passato.

Ascolta e scarica il podcast con l'intervista al nunzio a Mosca, mons. Celestino Migliore 

 








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