2017-08-20 08:30:00

Ad un anno dal terremoto nel Centro Italia l'impegno dei Focolari


di Adriana Masotti

Il prossimo 24 agosto sarà il primo anniversario del terremoto che devastò diverse località di quattro regioni del Centro Italia: Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria. Un sisma a cui seguì un numero infinito di altre scosse, alcune anche di grande intensità come quelle dell’ottobre successivo. Insieme a tante altre organizzazioni, da subito anche il Movimento dei Focolari si sentì interpellato dal dolore e dal grido d’aiuto proveniente dalle popolazioni colpite. Non mancarono i membri del Movimento tra i vigili del fuoco e i volontari della prima ora, ma poi si pensò ad iniziative di solidarietà che non si esaurissero nel tempo dell’emergenza, ma si mettessero a fianco della gente in difficoltà anche quando l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sarebbe potuta calare, rischiando di dimenticare quel dramma.

Cesare Borin, responsabile Gruppo emergenza terremoto del Movimento, ha seguito fin dai primi passi questo impegno. Ci spiega che con le prime donazioni arrivate spontaneamente dalle persone del Movimento, ci si mise in ascolto delle necessità del territorio. Tra l’altro, quattro vittime del terremoto erano persone vicinissime ai focolari, altre furono estratte vive dalle macerie, altre subirono la perdita della casa. “Subito, spiega Cesare, è nata l’idea di sostenere soprattutto le attività produttive danneggiate in vario modo dal terremoto. Abbiamo dato a questo progetto il nome “RImPRESA” con due filoni. Il primo: “RImPRESA Aziende” diretto a sostenere direttamente piccole aziende danneggiate con l'invio di materie prime, macchinari e piccole infrastrutture provvisorie. Il secondo RImPRESAGAS volto a dare avvio, attraverso la creazione di gruppi di acquisto solidale, all’acquisto diretto di prodotti da piccole aziende, sempre del settore agroalimentare, delle aree colpite”.

Le persone non ci chiedevano tanto di ricostruire le loro case, ricorda Cesare Borin, quanto ci sentivamo ripetere: “Non lasciateci soli”. E le forme di vicinanza si sono moltiplicate. “Tra le innumerevoli iniziative, cita a titolo di esempio, l’animazione ai gruppi di persone che erano state trasferite nella riviera adriatica, oppure il sostegno alle famiglie negli alloggi del Trasimeno. E poi ad Amatrice la festa del primo dell’anno, il pomeriggio organizzato con un gruppo di parrucchieri arrivati da Roma, la festa di Carnevale…”.

Aderendo all’invito della Caritas italiana che, a luglio e agosto, promuove ad Amatrice attività per sostenere i ragazzi e tutta la comunità locale, persone del Movimento saranno lì dal 26 agosto al 2 settembre. “Sì, in collaborazione con la Caritas saremo presenti in 25 circa, provenienti da tutta Italia, spiega Cesare Borin, ci saranno attività in un centro estivo per bambini, attività per i ragazzi, nei dintorni di Amatrice e nelle frazioni, le animazioni in un centro di anziani di Borbona e anche l’aiuto concreto a piccole aziende sempre del settore agricolo”.

Significativo ciò che si legge nel volantino che illustra il progetto RImPRESA: “Vibra la speranza, non trema il futuro!”. Come a dire: insieme si può andare avanti….

Ascolta l'intervista integrale a Cesare Borin:

Dell’importanza della vicinanza e dell'ascolto per sostenere le persone che soffrono le conseguenze del sisma di un anno fa è convinto Eustachio Santochirico, un giovane del Movimento dei Focolari e operatore della Caritas Basilicata. Da fine gennaio scorso vive e lavora ad Amatrice, inviato per un anno in rappresentanza della sua Chiesa locale in qualità di animatore di comunità. “Quella che sto vivendo, dice, è un’esperienza più di servizio che di lavoro perché, anche se io e gli altri miei colleghi di altre Caritas regionali abbiamo un contratto che ci regolamenta, la nostra è più una missione, perchè abbiamo la possibilità di vivere a contatto con la gente dalla mattina alla sera. L’esperienza è bella perché ci mette a confronto quotidianamente e continuamente con la gente del posto, a contatto con le difficoltà e la realtà legata all’evento sismico”. Fino a poche settimane fa Eustachio lavorava nella distribuzione di viveri alle persone gestendo un Emporio rifornito con le donazioni delle Caritas e di altre organizzazioni. Con l’apertura ad Amatrice di un supermercato e di altri negozi, ora il suo impegno si sta rimodulando in altre attività, ma sottolinea: “Attualmente, visto che la prima emergenza è rientrata, quello che la gente principalmente ci chiede è una presenza di compagnia, di ascolto, di prossimità, insomma passare del tempo insieme”. Il sentimento generale in cui la popolazione di Amatrice vive ha risentito dei tanti ritardi del post-terremoto, in particolare la mancata rimozione delle macerie dal centro del paese. Da qui in tanti anche la delusione e la rabbia. Ora qualcosa si muove e si ritorna a sperare nel futuro.

Non sempre, tiene a precisare, Eustachio, le attività che vengono proposte da associazioni esterne sono ben viste dalla gente, ma generalmente ne sono contenti. L'importante è non improvvisare, essere collegati alle realtà già presenti sul territorio, collaborare con gli altri. E’ quello che succederà a fine agosto quando il Movimento dei Focolari animerà alcune attività inserendosi in un progetto della Caritas italiana.

“Nel periodo dai primi di luglio fino ai primi di settembre, ci dice Eustachio, si stanno alternando dei gruppi di volontari nei campi Caritas per rispondere a un’esigenza che abbiamo in parte rilevato e in parte favorito. Quindi ci saranno giovani del Movimento dei focolari dal prossimo sabato che si fermeranno per circa una settimana per fare animazione nei centri estivi con i bambini tra i comuni di Borbona e di Amatrice. Ci occuperemo di incontrare anche le persone nelle loro abitazioni e cercheremo di far sì che alcuni di noi possano dare una mano per alcuni lavori domestici alle famiglie che hanno aziende nei territori di campagna”.

Ascolta l'intervista integrale a Eustachio Santochirico:








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