Il card. Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, invita i cattolici della sua diocesi a riflettere, pregare ed agire sull’intensificarsi della guerra contro le droghe illegali condotta dal governo filippino.
Il problema della droga non deve esser ridotto ad un problema politico
o penale
In una lettera pastorale, letta ieri durante tutte le messe, il cardinale dichiara
che “la minaccia delle droghe illegali è reale e distruttiva. Dobbiamo affrontarla
ed agire insieme, come un popolo. Purtroppo, essa ci ha divisi. Data la complessità
delle problematiche, nessun singolo individuo, gruppo o istituzione può affermare
di avere l'unica risposta giusta. Abbiamo bisogno gli uni dell’altro. Non possiamo
ignorarci. Invitiamo le famiglie, le agenzie governative nazionali, le amministrazioni
locali, le organizzazioni popolari, le scuole, le comunità di fede, la professione
medica, la polizia e le forze armate, che si occupano dei tossicodipendenti a riunirsi,
ascoltarsi e tracciare un percorso comune. Il problema della droga non deve esser
ridotto ad un problema politico o penale. Esso è una questione umanitaria che colpisce
tutti noi. L'arcidiocesi di Manila sarebbe disposta ad ospitare un tale dialogo multisettoriale”.
I tossicodipendenti che sono guariti devono raccontare le loro storie di
speranza
“Per capire meglio la situazione, non bisogna basarsi solo sulle statistiche ma anche
sulle storie umane. Le famiglie con membri che sono stati distrutti dalla dipendenza
devono raccontare le loro storie. Le famiglie con i membri che sono stati uccisi nella
guerra alla droga, in particolare quelli innocenti, devono essere autorizzate a raccontare
le loro storie. I tossicodipendenti che sono guariti devono raccontare le loro storie
di speranza. Lasciate che le loro storie siano state raccontate, lasciate rivelare
i loro volti umani”, ribadisce il porporato.
Una novena per i morti per droga, per coloro che guariscono e per la conversione
degli assassini
“Bussiamo alle coscienze di coloro che producono e vendono droghe illegali per fermare
questa attività. – l’appello del card. Tagle – Bussiamo alle coscienze di coloro che
uccidono perfino gli impotenti, in particolare di quelli che nascondono il loro volto,
per interrompere questo spreco di vite umane. Ricordate le parole che Dio disse a
Caino, il quale aveva ucciso suo fratello Abele: ‘La voce del sangue di tuo fratello
grida a me dal suolo!’ (Genesi 4:10). Voi che avete il cuore afflitto e la coscienza
destata, venite ai vostri pastori per raccontare le vostre storie. Le documenteremo
per tutta la società. Invito tutte le parrocchie dell'arcidiocesi di Manila a celebrare
i nove giorni da oggi al 29 agosto come tempo per offrire preghiere durante tutte
le Messe per il riposo di coloro che sono morti in questa guerra; per la forza delle
loro famiglie; per la perseveranza di coloro che guariscono dalla dipendenza; per
la conversione degli assassini”.
Rinnovare l’impegno per il programma parrocchiale di riabilitazione dalla
droga
L’arcivescovo di Manila invita tutti a conquistare il male con il bene (Romani 12:21)
e salvare la vita delle persone più vulnerabili alla tossicodipendenza: i giovani,
i poveri ed i disoccupati. Le parole di solidarietà senza lacrime e atti di compassione
sono poco costose. Egli esorta tutti i sacerdoti e cattolici a rinnovare l’impegno
per il programma parrocchiale di riabilitazione dalla droga dell'arcidiocesi di Manila,
chiamato “Sanlakbay” ed in collaborazione con il governo locale e la polizia. Sanlakbay è
un programma di riabilitazione basato sulla comunità parrocchiale che incoraggia i
tossicodipendenti ad arrendersi, affrontare la riabilitazione e darsi un'altra possibilità
per iniziare una nuova vita.
La Chiesa condanna le uccisioni extragiudiziali
Dopo aver vinto la presidenza nel luglio dello scorso anno, il Presidente Duterte
ha lanciato una guerra ai narcotici illegali senza precedenti, con la promessa di
uccidere decine di migliaia di criminali. La Chiesa cattolica è tra le poche voci
che denunciano le morti, a dispetto dei sondaggi che rivelano la diffusa popolarità
del Presidente filippino. In risposta alle critiche sulle uccisioni extragiudiziali,
Duterte ha più volte lanciato duri attacchi a vescovi e sacerdoti.
In aumento la settimana scorsa le uccisioni extragiudiziali
Durante i 14 mesi dell’amministrazione, circa 8mila sospettati consumatori o spacciatori
di droga hanno perso la vita durante le operazioni delle forze di sicurezza. La polizia
ha confermato l'uccisione di oltre 3.500 persone, insistendo sul fatto di aver agito
in autodifesa. Più di 2mila altre persone sono state uccise in crimini di droga e
migliaia ancora assassinati in circostanze inspiegabili, secondo i dati della polizia.
La scorsa settimana in meno di quattro giorni, a partire dal 15 agosto, le squadre
anti-droga della polizia hanno ucciso 32 presunti spacciatori di droga a Bulacan e
altri 49 nell’area metropolitana di Manila, per un totale di 81 uccisioni mentre almeno
44 persone sono state uccise in varie città. Tra essi vi è anche un ragazzo di 17
anni, la cui morte lo scorso 17 agosto, ha scatenato rabbia e sdegno in tutta la nazione.
(Santosh Digal)
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