2017-08-23 12:27:00

Siria: rimandati a settembre colloqui di Astana. Civili uccisi a Raqqa


Il prossimo round di colloqui di pace sulla Siria mediati da Iran, Turchia e Russia, in programma ad Astana, capitale del Kazakhstan, a fine agosto con l’obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco generale in Siria, sono stati posticipati a metà settembre. È quanto ha affermato li ministro degli Esteri del Kazakhstan, il quale ha aggiunto che la data precisa verrà stabilità durante un incontro fra delegati di Mosca, Ankara e Teheran in programma nei prossimi giorni. Durante l’ultimo incontro nella capitale del Kazakhstan - riferisce l'agenzia AsiaNews - i leader di Russia, Turchia e Iran hanno concordato la creazione di zone di “de-escalation” del conflitto. La scorsa settimana l’inviato speciale Onu per la Siria Staffan de Mistura ha detto di auspicare il lancio di “reali, sostanziali” colloqui di pace fra il governo di Damasco e il nascituro fronte delle opposizioni a ottobre. 

Liberata dall'Is la provincia siriana di Aleppo
Intanto il responsabile russo delle operazioni militari in Siria, generale Sergey Rudskoy, ha dichiarato che la provincia siriana di Aleppo è “completamente liberata” dai terroristi. Il governo siriano, ha aggiunto l’alto ufficiale, ha inflitto “gravi perdite” al sedisente Stato islamico e sono stati “liberati 50 centri e un’area di oltre 2700 kmq”. Egli ha infine anticipato che “presto sarà liberata anche tutta la Siria centrale”. 

Caccia Usa hanno ucciso a Raqqa 42 civili nella roccaforte dell'Is
Sul fronte della lotta contro l’Isis giungono intanto notizie di altre vittime civili nei raid aerei compiuti dalla coalizione internazionale a guida statunitense su Raqqa, roccaforte di Daesh in Siria. Fonti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani riferiscono che nelle ultime 24 ore i caccia americani hanno ucciso “decine di civili, almeno 42” secondo l’ultimo bilancio. Fra questi vi sono anche 19 bambini e 12 donne. Dal 14 agosto sarebbero almeno 167 i civili morti sotto le bombe statunitensi. Secondo fonti locali “i civili non hanno vie di fuga o la possibilità di difendersi. Tutto quello che possono fare è cercare di nascondersi in rifugi di fortuna, evitando per quanto possibile strade e spazi aperti”.








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