Il 28 agosto, memoria liturgica di Sant’Agostino, solenne celebrazione presieduta dal cardinale Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia, dove è conservato il corpo del Padre e Dottore della Chiesa. Una figura straordinaria che andrebbe riscoperta nella sua intera spiritualità, spiega padre Antonio Baldoni, priore della comunità agostiniana pavese. Federico Piana lo ha intervistato:
R. – Dedicheremo tutta la giornata a Sant’Agostino, sia con celebrazioni liturgiche a cui parteciperanno soprattutto i cittadini di Pavia, evidentemente, perché ciò che desideriamo è che Agostino divenga una ricchezza per la città, innanzitutto, perché la città deve riscoprire la presenza di Sant’Agostino che ancora non è ben conosciuta. Nel pomeriggio ci sarà il canto solenne dei Vespri, alle 17.30, e di seguito la celebrazione del pontificale che sarà presieduto dal segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, che ha voluto partecipare – e questo ci ha fatto molto piacere, ci ha dato grande gioia; e ci stiamo appunto preparando a riceverlo come si deve.
D. – Lei ha ricordato che la dimensione forse meno indagata di Sant’Agostino è la spiritualità: perché?
R. – Vero. Perché Sant’Agostino è diventato da tanto tempo un personaggio da indagare, ma sostanzialmente dal punto di vista del pensiero, della filosofia. Mi sembra però che la controprova di questo sia che la devozione a Sant’Agostino non è così diffusa. E se non c’è tanta devozione a Sant’Agostino vuol dire che il suo aspetto spirituale, religioso, il suo essere innamorato di Cristo – perché lui era innamorato di Cristo – non è sempre valorizzato: si preferisce parlare del pensiero, di Agostino che ha indagato la Trinità, che parla di elementi di filosofia come il tempo, l’uomo, indaga dentro l’uomo … certo. Però, questo aspetto dell’amore che lui aveva per il Signore, per la Chiesa che considerava madre, non è sempre così capito.
D. – Se lei dovesse sintetizzare la spiritualità di Sant’Agostino, come la sintetizzerebbe?
R. – Uno degli aspetti grandi del suo pensiero e della sua spiritualità sia l’interiorità, cioè la scoperta di Dio non tanto e non solo fuori di sé, ma soprattutto dentro di sé. Lui continuamente invita a rientrare in se stessi, perché lì abita la Verità, che è Dio: lì! Invece, l’elemento dell’interiorità, soprattutto in un tempo come il nostro non è che goda di tanto successo: siamo più presi dai rumori fuori da noi stessi … immagini, rumori … Agostino va proprio in senso contrario: rientra in se stesso, fa il silenzio …
D. – La strada per riscoprire il pensiero vero di Sant’Agostino qual è, secondo lei?
R. – Una lettura intelligente soprattutto delle “Confessioni”. Infatti, le “Confessioni” non sono una semplice autobiografia, ma sono una continua preghiera. Attraverso quest'opera, Agostino si rivolge a Dio in una specie di “io-Tu”, e gli confessa – ecco: il nome è lì – gli confessa ciò che è stato Dio e il suo Gesù fatto uomo, per lui. E quindi è una preghiera continua, come se si rivolgesse a Dio dicendo: “Mi hai dato questo, questo, questo e io facevo questo, questo, questo, e Ti ringrazio per questo e Ti chiedo perdono per questo …”. Credo che una lettura intelligente delle “Confessioni” aiuti a riscoprire questa dimensione.
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