2017-08-27 10:55:00

Memoria di Sant'Agostino. A Pavia il card. Pietro Parolin


Il 28 agosto, memoria liturgica di Sant’Agostino, solenne celebrazione presieduta dal cardinale Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia, dove è conservato il corpo del Padre e Dottore della Chiesa. Una figura straordinaria che andrebbe riscoperta nella sua intera spiritualità, spiega padre Antonio Baldoni, priore della comunità agostiniana pavese. Federico Piana lo ha intervistato:

R. – Dedicheremo tutta la giornata a Sant’Agostino, sia con celebrazioni liturgiche a cui parteciperanno soprattutto i cittadini di Pavia, evidentemente, perché ciò che desideriamo è che Agostino divenga una ricchezza per la città, innanzitutto, perché la città deve riscoprire la presenza di Sant’Agostino che ancora non è ben conosciuta. Nel pomeriggio ci sarà il canto solenne dei Vespri, alle 17.30, e di seguito la celebrazione del pontificale che sarà presieduto dal segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, che ha voluto partecipare – e questo ci ha fatto molto piacere, ci ha dato grande gioia; e ci stiamo appunto preparando a riceverlo come si deve.

D. – Lei ha ricordato che la dimensione forse meno indagata di Sant’Agostino è la spiritualità: perché?

R. – Vero. Perché Sant’Agostino è diventato da tanto tempo un personaggio da indagare, ma sostanzialmente dal punto di vista del pensiero, della filosofia. Mi sembra però che la controprova di questo sia che la devozione a Sant’Agostino non è così diffusa. E se non c’è tanta devozione a Sant’Agostino vuol dire che il suo aspetto spirituale, religioso, il suo essere innamorato di Cristo – perché lui era innamorato di Cristo – non è sempre valorizzato: si preferisce parlare del pensiero, di Agostino che ha indagato la Trinità, che parla di elementi di filosofia come il tempo, l’uomo, indaga dentro l’uomo … certo. Però, questo aspetto dell’amore che lui aveva per il Signore, per la Chiesa che considerava madre, non è sempre così capito.

D. – Se lei dovesse sintetizzare la spiritualità di Sant’Agostino, come la sintetizzerebbe?

R. – Uno degli aspetti grandi del suo pensiero e della sua spiritualità sia l’interiorità, cioè la scoperta di Dio non tanto e non solo fuori di sé, ma soprattutto dentro di sé. Lui continuamente invita a rientrare in se stessi, perché lì abita la Verità, che è Dio: lì! Invece, l’elemento dell’interiorità, soprattutto in un tempo come il nostro non è che goda di tanto successo: siamo più presi dai rumori fuori da noi stessi … immagini, rumori … Agostino va proprio in senso contrario: rientra in se stesso, fa il silenzio …

D. – La strada per riscoprire il pensiero vero di Sant’Agostino qual è, secondo lei?

R. – Una lettura intelligente soprattutto delle “Confessioni”. Infatti, le “Confessioni” non sono una semplice autobiografia, ma sono una continua preghiera. Attraverso quest'opera, Agostino si rivolge a Dio in una specie di “io-Tu”, e gli confessa – ecco: il nome è lì – gli confessa ciò che è stato Dio e il suo Gesù fatto uomo, per lui. E quindi è una preghiera continua, come se si rivolgesse a Dio dicendo: “Mi hai dato questo, questo, questo e io facevo questo, questo, questo, e Ti ringrazio per questo e Ti chiedo perdono per questo …”. Credo che una lettura intelligente delle “Confessioni” aiuti a riscoprire questa dimensione.








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