2017-08-30 08:05:00

Missile Nord Corea: forte preoccupazione della Chiesa sudcoreana


Proseguire sulla linea del dialogo a tutti i costi. È quanto chiede la Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale coreana in un comunicato diffuso ieri, al termine di una riunione che si è svolta proprio all’indomani dell’ennesimo lancio di un missile da Pyongyang che volando per 2700 chilometri, si è spezzato in tre parti nel Mare del Giappone provocando l’irritazione e la grande preoccupazione delle autorità di Tokyo.

Guidata da mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon - riporta l'agenzia Sir - la Commissione giustizia e pace ripete oggi una frase contenuta nell’Enciclica di Giovanni XXIII “Pacem in Terris”: “La pace non può essere costruita mai attraverso l’equilibrio del potere delle armi, ma si realizza attraverso la fiducia mutua”. La Commissione esprime “preoccupazione profonda” riguardo all’annuncio fatto dal governo sud-coreano circa la sua intenzione d’impiegare missili Thaad (Terminal High Altitude Area Defense), sistema anti-missili a corto e medio raggio, a difesa del territorio della Corea del Sud. Nel ribadire, quindi, la posizione della Chiesa universale riguardo alla costruzione della pace, la Commissione “suggerisce di ripensare il dispiegamento dei missili Thaad che – scrive nel comunicato – può creare grande difficoltà non solo nella relazione tra le due Coree ma anche nelle relazioni internazionali”.

La commissione ribadisce quanto affermato in due precedenti dichiarazioni del 15 luglio 2016 e dello scorso 15 agosto. In quest’ultima, i vescovi coreani scrivevano che “la Chiesa in Corea denuncia decisamente tutte le provocazioni imprudenti della Corea del Nord e si oppone a tutte le azioni che sollevano le tensioni nella penisola coreana facendo indietreggiare, a tutti gli effetti, la promozione della pace”. Significa – spiega oggi la Commissione – che i vescovi si oppongono “ai continui test di missili” ma anche a “coloro che vogliono intensificare gli armamenti nella nostra terra a causa di questi test”.

Nel comunicato, la Commissione ricorda la via preferenziale della Chiesa per i poveri. “L’uomo è la principale e fondamentale strada che la Chiesa vuole percorrere”, si legge nella nota. “La Chiesa esiste per aiutare gli uomini e lavora per la salvezza di tutta l’umanità ma deve chiedersi sempre chi sono i più deboli della nostra società a cui dare precedenza” per “fare del suo meglio per aiutare in modo concreto, pratico solidale”.








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