2017-09-01 08:43:00

Card. Bassetti tra terremotati di Macerata: no a eccessi di burocrazia


Ad un anno del terremoto che ha sconvolto l’Italia centrale, “dopo il tempo del pianto e del dolore” è “il momento di una ricostruzione efficace e veloce, prima che i danni umani e materiali diventino irreparabili”. Ma occorre “superare quegli eccessi di burocrazia che rischiano di rallentare e offuscare ogni serio progetto di rinascita”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nell’omelia della Messa presieduta ieri sera sul sagrato della cattedrale di Macerata in occasione della festa del patrono, San Giuliano Ospitaliere, che ha concluso - riporta l'agenzia Sir - la sua visita di due giorni nelle zone terremotate di Lazio e Marche. 

L’Italia, ha affermato, “è una terra, forse unica al mondo, dove vita, fede e cultura, intrecciate in un unico sentimento di operosità, hanno creato una civiltà impareggiabile. Se perdiamo questa eredità, alla fine perderemo anche la nostra identità di popolo e di nazione”. Occorre, perciò, “uno sguardo lungimirante”. “Dopo il tempo del pianto e del dolore, dopo il tempo delle discussioni e delle lamentazioni – ammonisce il presidente della Cei -, è opportuno che arrivi dunque il momento di una ricostruzione efficace e veloce, prima che i danni umani e materiali diventino irreparabili".

"Occorre, perciò - ha sostenuto il porporato - compiere uno sforzo coraggioso che consenta di superare quegli eccessi di burocrazia che rischiano di rallentare e offuscare ogni serio progetto di rinascita”. Si tratta “di una solidarietà concreta” che “può essere tradotta in una volontà ricostruttiva che coinvolga tutti in una semina di speranza e di azione per un futuro migliore e un tempo di rinnovato benessere per questa terra benedetta”.

“In questi mesi - ha continuato il card. Bassetti - abbiamo partecipato con commozione al dolore delle popolazioni colpite dal sisma, ma abbiamo anche sperimentato la carità operosa della popolazione italiana che si è fatta volontaria per aiutare chi aveva perso tutto e che ha accolto le persone che non avevano più una dimora. Da questi gesti di solidarietà può rinascere, senza dubbio, la vita futura di una comunità”.

Carità operosa e gesti di solidarietà, ma “accanto a queste azioni”, ha ammonito Bassetti, “serve anche qualcosa di più. Occorre uno sforzo maggiore di cui debbono farsi promotori tutti quegli uomini e le donne di buona volontà che perseguono autenticamente il Bene comune. Uno sforzo che, per esempio, come ho già avuto modo di dire in passato, riconosca come assoluta priorità, nell’agenda pubblica del Paese, la salvaguardia e la messa in sicurezza del meraviglioso e difficile territorio italiano, dei suoi borghi, delle sue città e anche di tutte le sue opere d’arte.” Una priorità, ha concluso, “che è soprattutto un’urgenza non più rimandabile per il bene della popolazione italiana, affinché le lacrime di oggi non siano, un’altra volta, le lacrime di domani”.








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