di Paola Simonetti
E’ drammaticamente alta la tensione dopo l’ultimo test atomico condotto ieri dalla Corea del Nord, con una bomba all'idrogeno che sarebbe destinata ad armare un super missile intercontinentale. Test che, secondo la Corea del Sud, avrà un seguito con un nuovo lancio in tempi brevissimi. Un contesto, questo, che ha spinto questa mattina Seul ad una prova di forza con il lancio di propri missili balistici nell’ambito di una simulazione di attacco ad un sito nucleare nordcoreano. Il test è stato condotto dall'aeronautica sudcoreana, ma in fase di preparazione, ha spiegato il Ministero della Difesa di Seul, ci sono anche nuove esercitazioni congiunte con gli Stati Uniti.
Gli Usa, infatti, ribadiscono di essere pronti ad utilizzare il proprio arsenale nucleare nel caso in cui la Corea del Nord non dovesse interrompere le sue minacce, una posizione, questa, osteggiata però dalla Russia, secondo la quale invece la crisi può essere risolta "solo con mezzi politici e diplomatici".
E mentre oggi, sul tema è in programma
una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza Onu, la presidenza di turno del
G7 in una nota condanna i test nucleari della Corea del Nord "nel modo piu'
duro possibile ed esprime solidarieta' ai paesi della regione per le conseguenze dell'irresponsabile
comportamento di Pyongyang, dicendosi pronta a rafforzare ancora le misure che puntano
a raggiungere" l'obiettivo di fermare i test nucleari di Pyongyang. Una posizione
implicitamente condivisa anche da Giappone e Corea del Sud che chiedono "le più forti
misure possibili" contro la Corea del Nord, in particolare hanno sottolineato
l'importanza di portare le pressioni e le sanzioni "al massimo livello, in modo da
costringere Pyongyang a tornare al tavolo dei negoziati". La Cina, intanto,
contro l’ultimo test della nordcorea, ha presentato "una forte protesta formale" all'ambasciata
della Corea del nord di Pechino e ha reso noto di non escludere la possibilita'
di imporre l'embargo di petrolio nei confronti di Pyongyang, appoggiando
di fatto quanto ipotizzato da Stati Uniti e Giappone e bloccando cosi' i rifornimenti
di greggio al regime di Kim Jong-un.
Bombe di ultima generazione, quelle che la Corea
del Nord dice di aver testato, ovvero ordigni a “fusione”
che, nel caso funesto di un conflitto, rischierebbero
di provocare una catastrofe spaventosa. Il
loro impatto distruttivo, infatti, spiega Maurizio
Lontano, direttore dell’istituto di fisica
del plasma, “Piero Caldarola” del Cnr,
intervistato da Francesca Sabatinelli, “è
molto superiore a quello che hanno prodotto le bombe atomiche in passato”,
Ascolta e scarica il podcast dell’intervista a Maurizio Lontano del Cnr:
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