2017-09-16 18:23:00

Erbil non rinuncia, sì al referendum ma curdi divisi


di Emanuela Campanile e Francesca Sabatinelli

"Tenere il referendum in zone contese è particolarmente provocatorio e destabilizzante". Con questa premessa, la Casa Bianca chiede al governo regionale curdo di “disdire il referendum” del 25 settembre sul Kurdistan indipendente “e intavolare un dialogo serio con Baghdad".

“Il diritto all’autodeterminazione è un principio riconosciuto a tutti i popoli - precisa Jassim Taofic Mustafa, specialista in Relazioni Internazionali e Diritti Umani presso l’Università di Pisa - e, dal punto di vista del Diritto Internazionale, gli altri Stati non dovrebbero pesare sulla decisione dei curdi”.

Ma per Taofic, tra i discorsi politici da affrontare, c’è anche quello che riguarda la modalità con cui il governo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno ha indetto il referendum per sancire la propria indipendenza da Baghdad. “A votare  - spiega - è stato solo il 40% dei parlamentari”.

Finora nessuna soluzione concreta sullo statuto della regione autonoma è giunta a livello internazionale, tranne il proposito dell'Onu di arrivare nell'arco di tre anni ad un accordo tra il Kurdistan iracheno e il governo federale di Bagdad, in cambio del rinvio del referendum. Dunque una situazione complessa sebbene, conclude l'esperto: "prima o poi, ai curdi dovrà essere concesso il diritto all’autodeterminazione”.

Ascolta e scarica il podcast dell'intervista di Francesca Sabatinelli a Jassim Taofic Mustafa:

 








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