di Gabriella Ceraso
Il perdono "non nega il torto subito, ma riconosce che l’essere umano, creato ad immagine di Dio, è sempre più grande del male che commette". E' il primo insegnamento che il Papa, all’Angelus di questa domenica, trae dall'odierno Vangelo di Matteo. E' la pagina in cui Gesù, rispondendo a San Pietro su quante volte dovrà perdonare il fratello che commette una colpa, afferma :"Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette", "vale a dire sempre", spiega il Papa. E la conferma giunge dalla parabola esplicativa del re misericordioso e del servo spietato, nella quale emerge tutta "l’incoerenza di colui che prima è stato perdonato e poi si rifiuta di perdonare".
Rifiutare il perdono ci fa "servi incoerenti"
"Il re della parabola è un uomo generoso che, preso da compassione, condona un debito
enorme a un servo che lo supplica", afferma Francesco, ma questo servo non fa altrettanto
per sanare un debito assai inferiore che un altro servo ha nei suoi confronti, bensì,
"spietato" lo fa imprigionare. Da qui la sottolineatura del Pontefice: "l’atteggiamento
incoerente di questo servo è anche il nostro quando rifiutiamo il perdono ai nostri
fratelli, mentre il re della parabola è l’immagine di Dio che ci ama di un amore così
ricco di misericordia da accoglierci, amarci e perdonarci continuamente".
Dio ci perdona continuamente sin dal Battesimo
Il perdono di Dio inizia dal Battesimo, fa notare il Papa, con il "condono di un debito
insolvibile che è il peccato originale"; e poi "con una misericordia senza limiti,
ci perdona tutte le colpe non appena mostriamo anche solo un piccolo segno di pentimento".
E allora il monito del Papa a ciascuno di noi in questa domenica alla luce del Vangelo,
è di vincere la "tentazione di chiudere il cuore a chi ci ha offeso e ci chiede
scusa", ricordandoci delle parole del Padre celeste al servo spietato: "Io ti ho condonato
tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo
compagno, così come io ho avuto pietà di te?".
La gioia del perdono ricevuto rende capaci di perdonare
Quindi la riflessione del Papa si amplia perchè, afferma: "Chiunque abbia sperimentato
la gioia, la pace e la libertà interiore che viene dall’essere perdonato può aprirsi
alla possibilità di perdonare a sua volta". E' l'insegnamento della parabola ma anche
il cuore della preghiera del Padre nostro:"Rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori". Il perdono che chiediamo
a Dio è in relazione, dunque, con quello che dobbiamo concedere ai fratelli.
Maria ci faccia simili a Dio nel perdono grande e gratuito
"Il perdono di Dio è il segno del suo straripante amore per ciascuno di noi",
conclude il Papa, " è l’amore che ci lascia liberi di allontanarci, come il
figlio prodigo, ma che attende ogni giorno il nostro ritorno; è l’amore intraprendente
del pastore per la pecora perduta; è la tenerezza che accoglie ogni peccatore che
bussa alla sua porta. Il Padre celeste è pieno di amore e vuole offrircelo, ma non
lo può fare se chiudiamo il nostro cuore all’amore per gli altri". Ci aiuti dunque
Maria, è l'invocazione finale di Francesco, "ad essere sempre più consapevoli della
gratuità e della grandezza del perdono ricevuto da Dio, per diventare misericordiosi
come Lui, Padre buono, lento all’ira e grande nell’amore".
Ascolta e scarica il podcast del servizio con la voce del Papa:
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