di Adriana Masotti
Si inaugura domani e andrà avanti fino al 25 settembre, il festival Torino
Spiritualità, giunto alla sua 13.ma edizione. “Piccolo me” il tema
di quest’anno con il sottotitolo: “Restare o diventare bambini?”:
cinque giorni di incontri, dialoghi e spettacoli per riflettere sulle
tracce d’infanzia presenti ancora nell’adulto di oggi, su come e perché recuperarle.
Rispondere a questa domanda non è semplice, ma Torino Spiritualità ci vuol provare.
Armando Bonaiuto, il curatore, parla del festival con entusiasmo:
“Noi diciamo che è un luogo di pensiero, di scambio e di riflessione.
A noi interessa avere un posto in cui ragionare insieme su quella forbice che sentiamo
a volte quando misuriamo ciò che noi abbiamo dentro, come aspettativa nei confronti
della vita e del mondo, e poi ciò che invece c’è fuori. Questa dismisura potenzialmente
è lo spazio della spiritualità e noi indaghiamo questo spazio”.
Quanto “piccolo me” c’è nell'adulto che oggi sono diventato? Quanto, del tesoro
che è l’infanzia, passa in eredità all’adulto di domani? Che posto rimane per l’infanzia
in un mondo in cui il presente e il futuro fanno paura? Rifiutarsi di crescere oppure
ritrovare da grandi un tesoro che si pensava perduto? Diversi i percorsi per rispondere
a queste domande.
“Essere immaturi significa essere perfetti”, disse Oscar Wilde. Ma
quali i rischi del ‘restare bambini’?: “Resta bambino, risponde Bonaiuto, chi continua
a indossare anche da adulto i panni del bambino, ma ne diventa un po’ una caricatura
grottesca e questo non è un modo fecondo di recuperare l’infanzia, nel senso che poi
si trasforma in ripiegamento su di sé, in egocentrismo, in capricciosità: tutte cose
che viste in adulto fanno davvero storcere il naso”.
Bisogna diventare come bambini per entrare nel Regno dei cieli. Così si
legge nel Vangelo e da qui prende spunto un secondo percorso:
“Diventare bambini è molto diverso dal restare bambini, spiega il curatore di Torino
Spiritualità, perché vuol dire essere capaci di recuperare gli aspetti positivi, le
ricchezze vere dell’infanzia e provare a riguardarle alla luce della consapevolezza
adulta che hai guadagnato, quindi imparare a fare per scelta quello che i bambini
fanno per istinto e per natura. Recuperare l’infanzia in questo modo rende possibile,
secondo noi, vivere da adulti una seconda infanzia, che è un’infanzia di nuovo di
capacità di stupore, vuol dire non essere chiusi in tanti rigorismi,
in tanti schematismi ma mantenere una viva capacità sia di cuore che di pensiero”.
Per indagare il legame con l’infanzia è indispensabile chiarire però che cosa essa
effettivamente sia, al di là degli stereotipi. Il terzo percorso proverà perciò ad
indagare la complessità dell’esperienza infantile.
“Chiaramente per recuperare il bambino che è in noi in maniera feconda, continua Bonaiuto,
bisogna anche cercare di recuperare con la memoria la realtà dell’esperienza che abbiamo
vissuto da bambini. E’ un’esperienza ricchissima e spesso invece noi quando guardiamo
indietro lo facciamo o un po’ attraverso un mare zuccheroso e a tinte pastello per
cui ci sembra che l’infanzia sia un’età bucolica, contrassegnata solo da un’innocenza
e da una gioia diffusa… ma non è così. Il bambino vive emozioni positivissime,
vive grandi gioie ma il bambino vive anche lacerazioni. Ricordare tutto questo
è quello che ci porta a diventare bambini piuttosto che a restare bambini”.
Creare e ricreare il mondo in base alla propria fantasia, anche questo fa parte
dell’essere bambini, un’attitudine che conservata in età adulta potrebbe trasformarsi
in impegno concreto per contribuire a cambiare il mondo o l’ambiente in cui viviamo.
Ma che forma aveva il nostro mondo quando eravamo bambini? E che cosa insegnare
ai bambini che abiteranno il mondo di domani?
“Noi questa domanda ce la facciamo, afferma Bonaiuto, e proviamo a capire che tipo
di futuro si possa preparare per loro”.
Molti gli ospiti italiani e stranieri che si alterneranno al Torino Spiritualità: antropologi, neuropsichiatri dell’infanzia, scrittori, attori e registi, filosofi e teologi e altro ancora. L’inaugurazione è affidata al pensatore Theodore Zeldin, studioso dell’Università di Oxford e consigliere della Bbc, inserito dall’«Independent on Sunday» tra le quaranta personalità le cui idee influenzano il nuovo millennio. La sua lezione domani nella Chiesa di San Filippo Neri sul tema: “Curiosi come bambini, ovvero come andare in cerca di amici, persone da amare e maestri che non siano noiosi”.
Ascolta e scarica il podcast con l'intervista integrale a Armando Bonaiuto, curatore di Torino Spiritualità:
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