2017-09-21 10:32:00

Santa Sede firma Trattato su proibizione armi nucleari. Sì a negoziati su Nord Corea


di Amedeo Lomonaco

L’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati, ha firmato, anche a nome e per conto dello Stato della Città del Vaticano, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, adottato il 7 luglio 2017 al termine della Conferenza delle Nazioni Unite.  Questo strumento - ha detto ieri il presule a New York - è “una delle pietre miliari” degli strumenti giuridici promossi per arginare la minaccia globale posta dalle armi atomiche e arrivare alla loro totale eliminazione.
 
Alle crescenti tensioni legate al programma nucleare della Corea del Nord si deve rispondere cercando di rilanciare i negoziati. Si devono in particolare superare – ha sottolineato mons. Gallagher in occasione della decima Conferenza per facilitare l’entrata in vigore del Trattato – la minaccia nucleare, la superiorità militare, l’ideologia e l’unilateralismo  che ricordano la logica della guerra fredda.
 
Il Segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati ha anche ricordato quanto indicato da Papa Francesco nel messaggio dello scorso 23 marzo incentrato sul tema delle armi nucleari: “la comunità internazionale – ha scritto il Santo Padre - è chiamata ad adottare strategie lungimiranti per promuovere l’obiettivo della pace e della stabilità ed evitare approcci miopi ai problemi di sicurezza nazionale e internazionale”. “Un’etica e un diritto basati sulla minaccia della distruzione reciproca e potenzialmente di tutta l’umanità – ha ricordato il Pontefice - sono contraddittori con lo spirito stesso delle Nazioni Unite”.

Pur non avendo illusioni sulle sfide legate al raggiungimento di un mondo libero dalle armi nucleari – ha osservato il presule - sono molto più scoraggianti i nuovi programmi e la continua proliferazione di armi nucleari. Le armi nucleari offrono un falso senso di sicurezza. La pace promessa dalla deterrenza nucleare si è rivelata e si rivela una tragica illusione. La pace e  la stabilità internazionale - ha affermato - non possono essere fondati sulla distruzione reciproca o sulla minaccia di annientamento. E’ essenziale – ha concluso mons. Gallagher - sostituire la logica di paura e di sfiducia con un'etica di responsabilità contribuendo a creare un clima di fiducia che valorizzi il dialogo multilaterale.








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