2017-09-25 13:00:00

Card. Filoni in Giappone: missionari possono integrare ma non sostituire


di Roberta Gisotti

“I missionari possono integrare, ma non sostituire”. E’ l’opinione del cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, espressa nell’incontro oggi a Tokyo con i presuli del Paese asiatico, in chiusura del suo viaggio in Giappone, iniziato il 17 settembre e durante il quale ha visitato le città di Fukuoka, Nagasaki, Hiroshima, Osaka, Sendai, per rientrare domani a Roma.

“Bisogna puntare – ha detto il porporato - su una evangelizzazione, più forte e partecipata, degli stessi giapponesi: vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose, laici, famiglie, associazioni…” “Ho grande speranza – ha aggiunto - per il futuro dell’evangelizzazione in Giappone.  Ma questo futuro non lo si può più attendere attraverso l’arrivo, per così dire, di missionari stranieri”. “Il Giappone – ha spiegato - non deve rincorrere nemmeno fantasiose metodologie a volte messe in campo dai nostri stessi apparati ecclesiali.  La Chiesa in Giappone deve invece ritornare a fare esperienza dell’annunzio autentico del Vangelo e della carità di Cristo.  Più che dinamismo. Abbiamo bisogno della grazia del Vangelo, della preghiera, della generosità e di zelo”.

Il Giappone conta oggi circa 550 mila cattolici su una popolazione di quasi 127 milioni di abitanti; 26 sono i vescovi, quasi 1500 i sacerdoti diocesani e religiosi, oltre 5 mila le suore, 26 i diaconi, 127 i seminaristi minori e maggiori e più di 1600 i catechisti.  

Il numero dei cattolici resta dunque esiguo se paragonato ai 650 mila fedeli stimati nel XVI secolo con l’arrivo dei primi missionari gesuiti, cui seguirono feroci persecuzioni, di cui sono testimonianza i tanti martiri.  Ripercorrendo la storia dell’evangelizzazione in Giappone, il cardinale Filoni ha ricordato ai vescovi giapponesi quali fu la novità del messaggio evangelico che attrasse e conquistò il cuore dei loro antenati: “l’annuncio dell’esistenza di Dio, Padre eterno e misericordioso” e il godere in quanto suoi figli “della stessa dignità, senza riguardo alla condizione sociale e alla distinzione di sesso”.  Quel messaggio evangelico “che libera gli uomini dalla forza del male - ha sottolineato il porporato - è sempre valido in tutte le culture e in tutte le realtà sociali”, anche dopo cinque secoli, in una società giapponese oggi “caratterizzata dall’alto sviluppo scientifico e tecnologico”. Occorre però superare “uno dei maggiori ostacoli alla propagazione della fede in Giappone” che “sembra essere la falsa identificazione tra il cristianesimo e la cultura europea”, riscoprendo “la forza dell’evangelizzazione iniziale, aggiornandola con l’esperienza e la conoscenza attuale, superando una certa visione irenistica tra fede e cultura”, perché – ha ribadito il cardinale Filoni - “il Vangelo va oltre le culture”. “Sono convinto – ha concluso - che, anche i giapponesi di oggi, abbiano sete del messaggio di Gesù, come tutti gli altri popoli del mondo”.

 

 

 








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