2017-09-28 13:10:00

L'antenna italiana Virgo scopre la sorgente delle onde gravitazionali


di Marina Tomarro

Poter catturare l’energia che attraversa l’universo,cioè le onde gravitazionali, generate nei momenti finali della fusione di due buchi neri dalla massa di 31 e 25 volte quella del Sole e distanti fra loro circa 1,8 miliardi di anni luce. Non è fantascienza ma  sono le osservazioni registrate lo scorso 14 agosto da tre rivelatori,  uno europeo Virgo, che si trova in Italia e realizzato con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, insieme alla Francia, e da due strumenti americani Ligo

Il risultato, che apre una nuova pagina dell'astronomia, è stato annunciato dalle due collaborazioni internazionali a Torino, nella conferenza di apertura del G7 Scienza, che si tiene in questi giorni nel capoluogo piemontese.  Lavorando all'unisono pur essendo distanti tra loro, i tre rivelatori permettono di localizzare la provenienza delle onde gravitazionali con grande precisione.

“L’importanza della scoperta, - spiega Gianluca Gemme ricercatore dell’INFN e responsabile nazionale dell’esperimento Virgo - cioè della rivelazione di un’onda gravitazionale da tre strumenti - due interferometri americani di Ligo e il nostro interferometro italiano di Virgo - e che grazie alla presenza di Virgo, del terzo strumento italiano, adesso è possibile localizzare la direzione di provenienze del segnale con molta più precisione. Questo permette di studiare con altri mezzi, per esempio con i telescopi, la sorgente e quindi avere un quadro completo di quello che sta succedendo nel corso della missione gravitazionale. Quindi il ruolo di Virgo in questo momento è fondamentale, perché senza di esso si era già arrivati all’osservazione di onde gravitazionali, ma non era possibile identificare con precisione la direzione  di provenienza della sorgente. Ora questo è possibile e ci aspettiamo di avere nel futuro delle informazioni molto interessanti”

E questa scoperta potrà avere nel futuro importanti riscontri oltre che nel campo astronomico e fisico, ma anche medico ed ingegneristico

“Per esempio, - sottolinea Gianluca Gemme - alcuni degli algoritmi che noi utilizziamo per analizzare i nostri dati,  potrebbero avere applicazioni interessanti in campo medico, come nell’analisi di immagini mediche. Quindi la ricerca fondamentale oltre a produrre un avanzamento della conoscenza che è un valore di per sé produce anche molto spesso ricadute in diversi campi e settori”.

In questo momento i rivelatori sono fermi, per permettere un miglioramento delle loro funzioni. L’esperimento sarà ripetuto probabilmente nell’autunno del prossimo anno, quando si andranno ad approfondire gli studi sul ruolo delle onde gravitazionale e dei buchi neri nell’universo.

Ascolta e scarica il podcast con l'intervista a Gianluca Gemme:








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