Si chiama Youlsa, 29 anni, il migrante del Mali che domani pranzerà con il Papa nella basilica bolognese di San Petronio insieme ai poveri, i rifugiati ed i detenuti: una delle tappe più significative della visita papale a Cesena e Bologna. Youlsa è nella città emiliana da quasi tre anni. Era partito dal suo Paese e dopo una lunga permanenza di due anni in Costa d'Avorio, è stato 8 mesi in Libia, prima di raggiungere la Sicilia. Hélène Destombes lo ha raggiunto telefonicamente e gli ha chiesto come è stato accolto e come si è integrato a Bologna
R. - La mia integrazione è stata più facile perché avevo studiato italiano in Mali. Ma a Bologna sono andato a scuola e ho imparato subito l’italiano, in tre mesi già lo parlavo. Abbiamo creato una squadra di calcio, un’altra associazione, e subito mi sono integrato nella popolazione bolognese.
D. – Ci sono comunque tensioni, problemi, lei ha percepito questo? Come ha vissuto l’accoglienza da parte degli abitanti?
R. – Io personalmente non ne ho avuti… Sull’autobus a volte, sì, mi sono spaventato, qualcuno che ti guarda male… Questo fa parte della vita. Ma Bologna è una città di accoglienza, in cui ci si può integrare molto, perché c’è l’università e tanti studenti, anche da altre parti d’Italia, vengono qui a studiare. Quindi c’è il problema del razzismo, ma di meno. Io non ho avuto problemi di accoglienza qui a Bologna. Sono stati molto accoglienti.
D. – Lei fa parte delle persone che pranzeranno con Papa Francesco domenica: che rappresenta per lei questo pranzo, questo incontro col Santo Padre?
R. – E’ emozionante, si vive una sola volta nella vita. Sono molto contento di incontrarlo come persona, come Papa, come qualcuno che si occupa e preoccupa molto dei migranti. Quindi sono molto emozionato e contento. Approfitterò per chiedere al Papa di aumentare ancora il suo aiuto alle persone più in difficoltà, italiane o extracomunitarie, i migranti…
D. – Il messaggio che vuole trasmettere al Papa è di incoraggiarlo a proseguire con l’aiuto ai poveri, ai migranti?
R. – Sì, dato che lui verrà qui a visitare i migranti nel più grande Centro di accoglienza di Bologna, lo può fare in tutte le altre città dell’Italia e sarebbe molto bello. In alcuni posti si vive molto male, come al nord, in Trentino, lì è molto difficile. Si dovrebbe organizzare e andare a visitare anche lì, sarebbe molto bene. Non solo per i migranti ma anche per gli extracomunitari e poveri che hanno bisogno di aiuto. Credo che la presenza e la parola di Papa Francesco contino molto.
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