2017-10-13 14:09:00

Padre Moschetti: il Papa prega molto per il Sud Sudan


di Amedeo Lomonaco

“Avverto il bisogno di sensibilizzare la comunità internazionale su un dramma silenzioso, che necessita dell’impegno di tutti per giungere a una soluzione che ponga fine al conflitto in corso. Disinteressarsi dei problemi dell’umanità, soprattutto in un contesto come quello che affligge il Sud Sudan, significherebbe, infatti, dimenticare la lezione che viene dal Vangelo sull’amore del prossimo sofferente e bisognoso”. E’ quanto scrive Papa Francesco nella prefazione del libro del missionario comboniano, padre Daniele Moschetti, pubblicato dalla casa editrice “Dissensi” e intitolato: “Sud Sudan. Il lungo e sofferto cammino verso pace, giustizia e dignità”. Il volume è stato presentato stamani nella sede della nostra emittente.

“I missionari - aggiunge il Santo Padre nella prefazione - sono soliti raccontare la loro vita sovente vissuta in periferia e dalla parte dei poveri”. Così – sottolinea Francesco - è questa testimonianza “che offre un ampio resoconto del generoso e appassionato impegno di tanti missionari e missionarie al fianco dei bisognosi e, soprattutto, di chi soffre a causa dei perduranti conflitti, che causano morte e distruzione”. Mercoledì scorso, durante l’udienza generale, padre Moschetti ha consegnato il suo libro al Papa che ha nuovamente espresso l’auspicio di poter visitare il Paese africano.

Il Sud Sudan, diventato uno Stato indipendente nel 2011, è tra i Paesi africani potenzialmente più ricchi. Ma vive una situazione di totale collasso economico e dal 2013 è scosso da una drammatica guerra civile che vede contrapporsi le truppe leali al presidente, Salva Kiira, a quelle fedeli al vice presidente, Riech Machar. In oltre 4 anni si stima che i morti siano più di 300 mila. Il libro di padre Moschetti è una testimonianza diretta di una delle emergenze umanitarie meno conosciute del mondo.

Ascolta l’intervista con padre Daniele Moschetti:

R. – Quella in Sud Sudan è una guerra dimenticata. Poi c’è il dramma umanitario con due milioni di profughi fuori dal Paese, quattro milioni a rischio di fame e anche tre milioni di sfollati interni al Paese. E' una situazione veramente difficile. Papa Francesco continua a ribadirlo. E lo ha fatto nei mesi passati e continua a farlo ora. Speriamo che il Papa venga in Sud Sudan molto presto, perché questo risveglierebbe anche molte coscienze. Porterebbe un po’ di luce sull’Africa e sul Paese.

D. - Un desiderio, quello del Papa di venire in Sud Sudan, ribadito durante l’udienza generale quando lei gli ha mostrato il suo libro...

R. - Era molto contento. Quando ha visto il libro è rimasto sorpreso positivamente. Ha detto: “Io in questo Paese ci voglio andare davvero, desidero andarci presto”. Abbiamo fatto una  riflessione su questo e sulle possibili difficoltà legate al viaggio che era stato previsto per questo mese di ottobre. Ma, poi, è stato posticipato. La speranza è che avvenga l’anno prossimo, magari nei primi mesi. C’è disponibilità da parte sua. Il Papa prega molto per questo Paese e sono più di tre anni che cerca di andarci. Speriamo bene.

D. – La sua esperienza missionaria in Sud Sudan le ha anche fatto capire che l’Africa e le migrazioni sono spesso descritte in modo distorto in Occidente, soprattutto in Europa …

R. - Certamente, anche qui in Italia alcuni partiti politici e i media hanno cercato di strumentalizzare questa realtà dell’immigrazione. L’Europa non può chiudere le frontiere in questo modo.

D. – Diversi Paesi dell’Africa e, in particolare il Sud Sudan, sono terre ricchissime di risorse. Quindi si vive questo paradosso: terre dal grandissimo potenziale dove però, purtroppo regna la miseria …

R. – Il Sud Sudan, come il Centrafrica, il Congo ed altri Paesi in Africa è ricchissimo di tutti i minerali. Il Sud Sudan ha anche un terreno fertilissimo, c’è l’acqua del Nilo Bianco. Ma il Paese fa gola a troppi. Questi Paesi potrebbero essere ricchi, portare avanti una loro politica, sfamare il popolo e dare un’educazione ai propri cittadini. Purtroppo questo non è possibile perché sono fra i Paesi più poveri al mondo. Ci sono multinazionali e nazioni che controllano questi Stati che rispondono a determinate direttive. L’alto livello di corruzione è dovuto anche a questo: per avere risorse si corrompono ministri, presidenti … Questo è l’assurdo.








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