2017-10-14 11:00:00

Il Papa canonizza 30 martiri brasiliani, tre messicani e due europei


di Adriana Masotti

Questa domenica alle ore 10 in Piazza San Pietro, Papa Francesco celebrerà la Santa Messa e presiederà il rito di canonizzazione di un gruppo numeroso di Beati. Questi i loro nomi: Andrea de Soveral, Ambrogio Francesco Ferro, sacerdoti diocesani; il laico Matteo Moreira e 27 compagni martiri; Cristoforo, Antonio e Giovanni, adolescenti martiri; i sacerdoti Faustino Míguez e Angelo da Acri. La data era stata annunciata nel Concistoro ordinario del 20 aprile scorso.

Ad arrivare per primi in Brasile nello stato di Rio Grande do Norte, furono nel 1597 i missionari gesuiti e sacerdoti diocesani dal cattolico Regno del Portogallo. Nei decenni successivi, l’arrivo degli olandesi di religione calvinista diede inizio alla persecuzione dei cattolici. E’ in questo contesto che avviene il martirio dei beati brasiliani, in due distinti episodi. Il primo il 16 luglio 1645 a Cunhaú: mentre il parroco, padre André de Soveral, celebrava la Messa domenicale, soldati olandesi fecero irruzione nella cappella e massacrarono i fedeli. Il secondo, il 3 ottobre dello stesso anno, quando i cattolici di Natal furono fatti prigionieri e insieme al loro parroco, padre Ambrósio Francisco Ferro, furono mutilati e lasciati morire.

Padre André de Soveral, don Ambrosio Francisco Ferro, il laico Mateus Moreira e i loro 27 compagni sono stati beatificati da San Giovanni Paolo II il 5 marzo 2000. La loro canonizzazione sarà ora un momento di grande gioia, afferma il card. Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, ricordando, al microfono di Silvoney Protz, che anche oggi per la Chiesa è tempo di martiri.

Rimaniamo in America Latina, ma ci spostiamo in Messico, per sapere qualcosa di più di Cristoforo, Antonio e Giovanni, uccisi in odio alla fede, ancora adolescenti,  nel 1527 e nel 1529. Sono considerati i protomartiri del Messico e dell’intero Continente americano. Educati dai francescani, avevano abbandonato il culto locale degli idoli. Cristoforo, cercando di portare il Vangelo tra familiari e conoscenti, trovò la forte opposizione del padre che giunse ad ucciderlo gettandolo su un rogo acceso. Antonio e Giovanni, accompagnando in un viaggio dei missionari, furono uccisi a bastonate da un gruppo di indios. Fu San Giovanni Paolo II a beatificare i tre ragazzi, nel Santuario di Guadalupe in Città del Messico, il 6 maggio 1990. 

E ora in Europa: Faustino Míguez nacque il 25 marzo 1831 in Galizia, Spagna. Ordinato sacerdote nel 1856 tra i padri Scolopi, l’anno successivo fu inviato alla prima fondazione scolopica a Cuba. Si spostò poi in diverse comunità della Spagna. Faustino visse oltre 50 anni tutto votato all’educazione: serviva e amava il Signore nei bambini, specialmente i più bisognosi, deboli o malati. Più tardi scoprì la condizione di abbandono e di ignoranza in cui viveva la donna. Fondò quindi l’Istituto Calasanzio, Figlie della Divina Pastora per l’educazione delle bambine. Padre Faustino morì l’8 marzo 1925, all’età di 94 anni a Getafe e fu proclamato Beato il 25 ottobre 1998 da San Giovanni Paolo II.

Tra i nuovi Santi, infine, anche un italiano, Angelo d’Acri, al secolo Luca Antonio Falcone che nacque ad Acri (Cosenza) il 19 ottobre 1669. A 18 anni decise di farsi Frate Minore Cappuccino, ordinato sacerdote si diede alla predicazione. Dal 1702 al 1739, anno della sua morte, percorse instancabile tutta la Calabria e buona parte dell’Italia meridionale, predicando e tenendo esercizi spirituali e missioni popolari. Trascorreva anche molte ore nel confessionale non stancandosi di ascoltare i peccatori. Ad Acri un grande Santuario custodisce il suo corpo. Papa Leone XIII lo beatificò il 18 dicembre 1825.

Ciò che accomuna il profilo dei nuovi Santi, aveva detto il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi al Concistoro del 20 aprile, è “l’annuncio” da loro offerto e per molti di loro pagato con la vita, “del volto tenero e misericordioso di Dio”.








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