2017-10-17 12:19:00

Sinodo per l'Amazzonia: dal Brasile prime proposte al Papa


A sopresa domenica scorsa Papa Francesco all’Angelus ha annunciato un’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per la regione Panamazzonica, che avrà luogo a Roma nel mese di ottobre 2019. Accogliendo il “desiderio” di alcune Conferenze episcopali dell’America Latina, nonché la “voce” di pastori e fedeli di tutto il mondo, il Papa ha spiegato che  “scopo principale di questa convocazione è individuare nuove strade per l’evangelizzazione di quella porzione del Popolo di Dio, specialmente degli indigeni, spesso dimenticati e senza la prospettiva di un avvenire sereno, anche a causa della crisi della foresta Amazzonica, polmone di capitale importanza per il nostro pianeta". La settimana scorsa un ottantenne missionario italiano, padre Joao Mometti da 61 anni in Amazzonia e per più di 30 accanto ai lebbrosi, ha incontrato Francesco e gli ha presentato un progetto per la salvaguardia della foresta amazzonica. Padre Joao lo ha illustrato al Silvonei Protz responsabile della redazione brasiliana

R. - Il nostro progetto si chiama “Nuovo Mosé” perché fino ad adesso si è data molta importanza alle piante. Quando si parla dell’Amazzonia, subito dicono: “Eh, la  stanno distruggendo, la stanno finendo!”. Io dico sempre che è tutto ancora da salvare, perché l’Amazzonia si riprende con grande forza. Allora, secondo me, la ricchezza dell’Amazzonia non è solo nelle piante, che ci danno l’ossigeno, ma è soprattutto l’acqua: l’acqua dolce dell’Amazzonia arriva quasi al 30% dell’acqua dolce del mondo, perciò il nostro progetto si basa sulla ricchezza dell’acqua. Ho chiamato il progetto “Nuovo Mosé” perché come Mosé è stato salvato dalle acque del fiume Nilo, così “Nuovo Mosè” che sono i nostri 'riberinhos', la gente che abita vicino ai nostri fiumi, il grande bacino dell’Amazzonia, il bacino di acqua dolce del mondo; l'Amazzonia ha 218 fiumi affluenti, che sono fiumi… il Po davanti a questi fiumi è un fiume piccolo! Perciò sono 218 affluenti e in tutti questi 218 affluenti si può fare questo progetto.

D. – In che consiste questo progetto?

R. – Approfittare della terra per fare un laghetto, un laghetto di un ettaro. Immaginiamo che per allevare il bestiame, per ogni capo di bestiame si dovrebbe abbattere un ettaro di foresta e che cosa ti dà questa foresta, questo capo di bestiame? In un anno ti dà 250 kg di carne. Invece con il nostro progetto, che è fatto con l’acqua, nell’acqua - ma facendo gli argini, un laghetto con gli argini - possiamo produrre più di 40 tonnellate di alimenti in un ettaro: 250 kg di carne abbattendo una foresta e 40 tonnellate con l’acqua. Perché? Perché noi facciamo un laghetto, dentro lasciamo una piana per il riso, facciamo tre raccolti di riso all’anno, ogni raccolto sono 5 tonnellate, perciò già lì sono 15 tonnellate di alimenti. Dopo mettiamo dentro i pesci, 10 mila avannotti di tambaqui, che è il pesce nobile dell’Amazzonia: in un anno questo mi dà 2, 3 kg. Perciò se sono 10 mila, anche lì sono 30 tonnellate di pesce. In più abbiamo quelli che formano il plancton per l’Amazzonia che sono i maiali o animali domestici; allora, quello arriva a più o meno a 50 tonnellate di alimenti per ogni ettaro. Questo è il progetto "Nuovo Mosè".








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