2017-10-22 12:00:00

Messa solenne a 20 anni dal "Dottorato" di S. Teresa di Lisieux


Questa domenica a Lisieux, in Francia, il cardinale Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, ha presieduto una Messa solenne a conclusione delle celebrazioni per il 20.mo anniversario della proclamazione a “Dottore della Chiesa” di Santa Teresa di Gesù Bambino da parte di San Giovanni Paolo II. Santa Teresina, già proclamata Patrona delle missioni nel 1927 senza mai essere uscita dal suo Monastero, diventava Dottore della Chiesa senza un titolo accademico. Il 19 ottobre 1997, durante la celebrazione eucaristica in Piazza San Pietro, Papa Wojtyla spiegava nell’omelia la sua decisione. Di seguito pubblichiamo alcuni brani di quella riflessione:

“Teresa Martin, Carmelitana scalza di Lisieux, desiderava ardentemente di essere missionaria. E lo è stata, al punto da poter essere proclamata Patrona delle Missioni. Gesù stesso le mostrò in quale modo avrebbe potuto vivere tale vocazione: praticando in pienezza il comandamento dell'amore, si sarebbe immersa nel cuore stesso della missione della Chiesa, sostenendo con la forza misteriosa della preghiera e della comunione gli annunciatori del Vangelo”.

“A nessuno sfugge, pertanto, che oggi si sta realizzando qualcosa di sorprendente. Santa Teresa di Lisieux non ha potuto frequentare una Università e neppure studi sistematici. Morì in giovane età: e tuttavia da oggi in poi sarà onorata come Dottore della Chiesa, qualificato riconoscimento che la innalza nella considerazione dell'intera comunità cristiana ben al di là di quanto possa farlo un titolo accademico".

“Tra i Dottori della Chiesa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo è la più giovane, ma il suo cammino spirituale è così maturo ed ardito, le intuizioni di fede presenti nei suoi scritti sono così vaste e profonde, da meritarle un posto tra i grandi maestri dello spirito”.

"La Carità - ella scrive - mi diede la chiave della mia vocazione. Capii che se la Chiesa aveva un corpo, composto da diverse membra, il più necessario, il più nobile di tutti non le mancava: capii che la Chiesa aveva un cuore e che questo cuore era acceso d'Amore. Capii che solo l'Amore faceva agire le membra della Chiesa: che se l'Amore si dovesse spegnere, gli Apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i Martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue . . . Capii che l'Amore racchiudeva tutte le vocazioni [. . .] Allora, nell'eccesso della mia gioia delirante ho esclamato: O Gesù mio Amore .  . . la mia vocazione l'ho trovata finalmente! La mia vocazione è l'Amore" (Teresa di Gesù Bambino, Ms B, 3v·, in Opere complete, p. 223)”.

“Teresa di Lisieux non solo intuì e descrisse la profonda verità dell'Amore quale centro e cuore della Chiesa, ma la visse intensamente nella sua pur breve esistenza”. “Di fronte al vuoto di tante parole, Teresa indica come alternativa l'unica Parola di salvezza che, compresa e vissuta nel silenzio, diventa sorgente di vita rinnovata. Ad una cultura razionalistica e troppo spesso permeata di materialismo pratico, ella contrappone con semplicità disarmante la ‘piccola via’ che, rifacendosi all'essenziale delle cose, conduce al segreto di ogni esistenza: la divina Carità che avvolge e permea ogni umana vicenda”.

“La strada da lei percorsa per raggiungere questo ideale di vita non è quella delle grandi imprese riservate a pochi, ma è invece una via alla portata di tutti, la ‘piccola via’, strada della confidenza e del totale affidamento alla grazia del Signore. Non è via da banalizzare, come se fosse meno impegnativa. Essa è in realtà esigente, come lo è sempre il Vangelo. Ma è via permeata di quel senso di fiducioso abbandono alla divina misericordia, che rende leggero anche il più arduo impegno dello spirito”.

“Per questa sua via, in cui tutto è sentito come ‘grazia’, per la centralità che assume in lei il rapporto con Cristo e la scelta dell'amore, per lo spazio che ella dà anche agli affetti e ai sentimenti nel cammino spirituale, Teresa di Lisieux è una santa che resta giovane, nonostante il passare degli anni, e si propone come singolare modello e guida nel cammino cristiano per questo nostro tempo che si affaccia sul terzo millennio”.

Al microfono di Blandine Hugonnet, il card. Poupard ricorda il giorno in cui Giovanni Paolo II annunciò di voler proclamare S. Teresina Dottore della Chiesa. Era il 24 agosto 1997: il Papa concludeva con l'Angelus la Giornata mondiale della gioventù di Parigi. Grande l'entusiasmo dei giovani. E il messaggio di Santa Teresa di Gesù Bambino - afferma il porporato - invita anche i giovani di oggi ad avere quella che lei chiamava la "follia di sperare", nonostante le difficoltà, nonostante la nostra piccolezza. La "piccola via" indicata dalla Santa carmelitana - sottolinea il card. Poupard - dice che la santità è possibile per tutti. 

Ascolta l'intervista al cardinale Poupard

 








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