2017-10-25 14:19:00

Mattarella chiude il Summit su clima e acqua: serve un impegno corale


di Adriana Masotti

 

L'acqua è un diritto universale, e per garantire a tutti questo diritto serve un impegno corale, una collaborazione internazionale. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella intervenuto alla giornata di chiusura del Summit su “Acqua e Clima. I grandi fiumi s’incontrano”, organizzato a Roma, in Campidoglio, dal Ministero dell’Ambiente. Mattarella ha ricordato il grande impatto concreto che i temi affrontati nel Summit hanno “sulle condizioni di vita di gran parte della popolazione del pianeta". Oggi, ha continuato, la società deve affrontare sempre più problemi che per le dimensioni, travalicano costantemente le frontiere e le capacità dei singoli Paesi e necessitano risposte coordinate a un livello sempre più spesso planetario. E’ il caso del rapporto fra cambiamento climatico e disponibilità di acqua per il quale serve un contributo "convinto e senza riserve" di tutti, coinvolgendo la ricerca, le istituzioni, fino ai singoli cittadini.  

Garantire il diritto all'acqua significa anche aiutare la pace, visto che l'acqua è stata al centro di sanguinosi conflitti, ha detto ancora Mattarella, sottolineando come "all'acqua e alle sue vie, al loro utilizzo personale e collettivo, dalla connessione attraverso la navigabilità dei fiumi, agli usi agricoli e industriali, alla produzione di energia”, continua ad essere legato buona parte dello sviluppo della Terra.

Il sindaco di Roma Virginia Raggi, intervenendo al Summit, ha osservato che nella Bibbia si cita l'acqua nelle prime righe. “E' il testo della Genesi, ha detto, che invita l'uomo a prendersi cura del creato e ognuno può fare la propria parte per incidere sul futuro. Bastano anche semplici gesti come, ad esempio, evitare di sprecare l'acqua potabile, di inquinare le nostre risorse". L'acqua, ha concluso, è un bene pubblico, un bene comune, fondamentale per la vita". La Raggi si è detta poi soddisfatta per la “Dichiarazione di Roma”, un patto tra i gestori dei principali fiumi e laghi del mondo per affrontare insieme gli effetti del cambiamento climatico sui bacini idrici, che al Summit si è deciso di sottoscrivere e che può modificare l'approccio di istituzioni, cittadini e aziende nei confronti dell'acqua". "L'ambizione di questo summit - ha aggiunto - è portare un contributo incisivo al dibattito sul tema dell'acqua alla prossima Cop 23 di Bonn” e “l'obiettivo è stato centrato".

Soddisfazione per la riuscita del Convegno è stata espressa anche dal ministro nell'Ambiente, Gian Luca Galletti. Abbiamo ottenuto tre risultati, ha detto nel suo intervento in Campidoglio: il primo è il Patto di Roma, che ha come obiettivo mettere al centro del dibattito sui cambiamenti del clima proprio la questione dei fiumi. L'altro è la nascita dell'Alleanza italiana per l'acqua e il clima che intende mettere assieme due mondi che sempre di più si debbono parlare, quello dell'ambiente e quello dell'industria. Terza cosa, ha proseguito il ministro, l'attenzione ai Paesi africani, che sono quelli che più sono in sofferenza, con l'impegno a destinare "cinque milioni di euro ad un progetto di monitoraggio a due fiumi importanti del Congo e del Senegal". Il ministro ha concluso dando a tutti appuntamento nel 2020, sempre a Roma, per una ripetizione del Summit di questi giorni, che diventerà un
appuntamento importante nel calendario degli eventi ambientali.

All'apertura ieri del Summit, era intervenuto il segretario di Stato vaticano, card.Pietro Parolin, che nel suo discorso ha denunciato le disastrose conseguenze dei cambiamenti climatici e auspicato approcci innovativi per soddisfare il bisogno globale di sicurezza idrica.








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