2017-10-27 15:10:00

Dialogo cristiano-islamico: una sfida per la società di oggi


di Adriana Masotti

 

XVI Giornata del dialogo cristiano-islamico oggi in Italia, un’iniziativa nata nel 2001 all’indomani dell’11 settembre. La Giornata è dedicata quest’anno in particolare alle donne e al loro ruolo in un dialogo interculturale e interreligioso sempre più necessario in grado di dissipare paure e evitare da una parte pericolose radicalizzazioni e dall’altra la crescita di partiti, movimenti e idee nazionaliste e xenofobe, chiuse all’accoglienza.

Ma perché questa sottolineatura del contributo femminile?  Per Shahrzad Houshmand, teologa islamica, membro del Consiglio per le relazioni con l’islam italiano presso il Ministero degli interni, il tema scelto quest'anno riflette un dato biologico dell’essere donna che, come madre, è capace di intessere un dialogo con il figlio già nel seno materno ed è naturalmente predisposta all’incontro e all’accoglienza dell’altro. 

La Giornata vede tutta la sua attualità e necessità di fronte alla presenza sempre più diffusa di musulmani in nazioni a maggioranza cristiane, presenza che dà forma ad una società sempre più mista, ma crea anche problemi di accettazione reciproca. “È una sfida, una sfida per una società che vuole creare un nuovo modello di società civile, afferma Houshmand. E oggi è tempo di agire con grande intelligenza e sapienza per creare una nuova società multiculturale e multireligiosa al servizio di tutti”.

La Houshman sottolinea la necessità di non cedere alla paura. “La paura, dice, non fa che creare muri e purtroppo oggi stiamo constatando questo effetto negativo e perciò abbiamo bisogno dell’agire cosciente dei 'maestri' della società civile. In questo le donne possono essere pionieri, perché la donna ha una grande capacità di perdonare e una voglia di unificare. Una madre perdona più facilmente il proprio figlio, una madre desidera che i suoi figli si amino. Allora in questo la donna, veramente, ha una parola ed una forza maggiori.

La paura, tra l’altro, può essere di ostacolo per molti cristiani alla possibilità di vedere anche ciò che ci può essere di positivo nell’islam, ciò che può offrire alle nostre società tradizionalmente cristiane. “E’ proprio così, commenta la Houshmand - che rivolge un appello anche ai media spesso impegnati a diffondere più il negativo che le buone notizie e le buone pratiche- nessuno ha nelle proprie tasche il divino. Possiamo dire che apparteniamo a  lui, ma lui non appartiene a noi. Allora, come dice anche il Corano, il creato stesso è un libro. Ogni cosa, ogni persona è una parola da essere letta e meditata. Le culture che si sono create durante secoli e secoli sicuramente avranno prodotto cose belle. Allora, anche l’islam avrà delle cose belle. Possiamo entrare in dialogo con le cose belle che ci sono e creare nel mondo bellezza su bellezza”.

E a proposito di donne e del loro contributo, perché non approfondire una realtà in comune tra cristiani e musulmani, la devozione cioè a Maria, la mamma di Gesù. Maria trova posto nel Corano e dai musulmani è amata e venerata. E nel centenario delle apparizioni della Vergine Maria di Fatima, la Houshmand lancia una proposta: perché non istituire una Giornata di amicizia tra cristiani e islamici proprio nella data del 25 marzo, quando si festeggia l’Annunciazione di Maria? “Potrebbe essere, conclude, proprio una giornata di grande abbraccio tra musulmani e cristiani che amano questa figura di Maria e Lei potrà essere un’autostrada nell’incontro tra musulmani e cristiani”. Una proposta già divenuta realtà in Libano.

Il tema della Giornata del dialogo cristiano-islamico 2017: il "Ruolo delle donne nel dialogo interreligioso" è stato al centro dell’incontro istituzionale promosso questa mattina dalla rivista Confronti a Roma presso la Camera dei Deputati, con un parterre al tavolo dei relatori tutto al femminile in rappresentanza di quanti vogliono collaborare insieme per la pace e il bene comune.

 

Ascolta l'intervista integrale alla teologa islamica Shahrzad Houshmand:

 








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