2017-11-03 12:26:00

Bambino Gesù: collaborazione con ospedale pediatrico cinese


Sabato 4 novembre, la presidente dell’ospedale Bambino Gesù, Mariella Enoc, sarà in Cina per la firma di una collaborazione tra l’Hebei Provincial Children's Hospital di Shijiazuang, città a tre ore di auto da Pechino, e l’ospedale della Santa Sede. La convenzione prevede, tra l’altro, la formazione di medici cinesi per la prevenzione di malattie cardiocircolatorie dei bambini. Ascoltiamo la presidente dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, al microfono di Luca Collodi:

R. - Si tratta soltanto della firma di questo protocollo in questa città che è il capoluogo della provincia di Hebei, Shijiazuang. Questo è un ospedale pediatrico dove c’è un bisogno di formazione soprattutto sulla cardiochirurgia infantile e di uno studio sulle malattie genetiche. Quindi loro desiderano dare molto rilievo a questa collaborazione con l’ospedale della Santa Sede e quindi mi hanno chiesto di andare a firmare da loro questo protocollo; loro sono venuti già più volte qui all’Ospedale Bambino Gesù. Credo che sia un gesto a cui vogliono dare un particolare rilievo. Forse possiamo aiutare dei bambini; fino a questo momento, pur avendo possibilità di tecnologia, manca la formazione di alcune specialità mediche.

D. - Presidente Enoch, perché questa collaborazione con la Cina?

R. - Il Bambino Gesù in questo momento ha una collaborazione di formazione con la Russia, con la quale c’è già un accordo firmato. La Russia per la prima volta apre vicino a Mosca un ospedale che è fatto dallo Stato russo e dalla chiesa ortodossa, quindi dal patriarca Kirill, e sarà il primo ospedale di neuro riabilitazione infantile. Tutto è stato fatto, e il nostro primario è già andato più volte ad organizzarlo; si aprirà a gennaio e quindi andremo a fare questa inaugurazione alla quale loro tengono molto. Però, diciamo che il progetto è molto avanzato. Poi abbiamo una collaborazione con la Georgia, un’altra di formazione con la Siria, con l’ospedale universitario. Stiamo formando i giovani medici rimasti, perché i medici bravi se ne sono andati. Quindi questo stile “di aiutare a formare” lo stiamo portando in parecchie nazioni, anche in quelle dove non pensavamo di essere chiamati, come la Cina ad esempio, la quale ci ha cercato.

D. - Qual è la condizione pediatrica per quello che lei ha potuto capire dei bambini in Cina?

R. - C’è un’evoluzione, un po’ come in Russia, dove prima i bambini con degli handicap non erano assolutamente tenuti in conto. Ora qui c’è il primo ospedale. Da quello che ho potuto capire si stanno cominciando a curare i bambini in Cina in questo ospedale chiaramente pubblico, ma mancano ancora molte esperienze perché probabilmente la pediatria è cominciata abbastanza tardi. Quindi sul capitale umano c’è bisogna di molta formazione. Poi ci hanno chiesto la cardiochirurgia, vorrebbero anche altre cose … Facciamo un passo per volta. Vado, vedo l’ospedale, firmo questo protocollo – tra l’altro già firmato -, diamo l’ufficialità e i nostri medici che vengono insieme a me rimangono lì a lavorare e a cominciare la formazione. Noi francamente quando scriviamo poi agiamo. Questo è già avvenuto in Siria; abbiamo già iniziato a lavorare nel Paese e molti bambini siriani stanno venendo da noi. I nostri medici sono lì; in questi giorni sono in Giordania per perfezionare l’accordo con Hamman. Cerchiamo di non parlare molto e di realizzare queste collaborazioni che penso abbiano un significato importante perché l’”ospedale del Papa” viene chiamato così per la bravura dei suoi collaboratori. Sono molto contenta che venga chiamato l’”ospedale del Papa”.








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