2017-11-14 11:13:00

Giornata dei Poveri: ristoranti di Roma offrono il pranzo


di Benedetta Capelli

“Non amiamo a parole ma con i fatti”. Al tema della prima Giornata Mondiale dei poveri, che ricorre domenica prossima, associazione, parrocchie e gruppi si stanno ispirando per mettere a punto iniziative a favore degli ultimi, “non destinatari di una buona pratica di volontariato da fare una volta a settimana”: ha scritto Papa Francesco nel messaggio per la Giornata, ma “fratelli” con i quali incontrarsi “per dare luogo ad una condivisione che diventi stile di vita”.

Alla “provocazione” del Papa sta rispondendo anche la chiesa di Sant’Eustachio, da anni ormai luogo di accoglienza per chi è in difficoltà. Dal lunedì al sabato vengono ospitati a pranzo 130 poveri, “lo faremo eccezionalmente anche domenica dopo la messa” racconta mons. Pietro Sigurani, parroco di Sant’Eustachio. Proprio don Pietro ha voluto coinvolgere i tanti ristoranti del centro di Roma, vicini ai palazzi del potere.

“Ho chiesto ai proprietari se sapevano della Giornata Mondiale dei poveri – afferma – ma non ne erano informati. Gli ho spiegato di cosa si trattasse e alla fine ogni posto dove ho bussato ha deciso di offrire il pranzo della domenica a 10 poveri che sceglieranno quello che vorranno mangiare. Sono riuscito a sistemare così almeno 120 fratelli. Spero molto che questa iniziativa sia seguita anche in altre zone di Roma, sarebbe un modo davvero bello per condividere questa Giornata”.

La Giornata Mondiale dei Poveri è stata istituita da Papa Francesco al termine dell’Anno straordinario delle Misericordia per non dimenticare i fratelli che soffrono. Anche il Pontefice continua ad aiutare chi è in difficoltà. Domenica scorsa ha inviato il suo  Elemosiniere, mons. Konrad Krajewski, a Campotosto, comune in provincia de L’Aquila a quasi 1600 metri di altezza, a pochi chilometri da Amatrice.

Qui il terremoto del 18 gennaio di quest’anno ha praticamente fatto crollare quello che restava dopo il sisma del 2009 con il 40% della popolazione fuori casa e del 2016 che ha raso al suolo le strutture rimaste. “Di tremila persone che vivevano lì – racconta l’Elemosiniere – oggi ce ne sono solo 40”.

Unico punto di ritrovo è la piccola chiesa dove don Giacinto cerca di portare conforto a tutti. Il Papa non si è dimenticato della loro sofferenza, ha lasciato, grazie a mons. Krajewski, un dono per sostenerli nel momento della prova. Inoltre l’Elemosiniere ha provveduto a comprare, in uno dei pochi esercizi aperti, i prodotti tipici della zona in particolare formaggi e salumi che sono stati destinati alle mense dei poveri di Roma.








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