2017-11-15 10:58:00

Centro Astalli, il successo delle "Comunità di ospitalità"


di Francesca Sabatinelli

Per i rifugiati un passaggio difficile è quello tra l’accoglienza e il successivo abbandono del circuito assistenziale nel quale sono inseriti. Una fase estremamente delicata per l’equilibrio della persona e, in molti casi, del suo nucleo familiare. Un percorso di integrazione che non sempre ha successo, ma che dal gennaio del 2014  vede il sostegno delle ‘Comunità di ospitalità’, un progetto di semiautonomia creato dal Centro Astalli, il Servizio per i rifugiati dei Gesuiti, di cui oggi si iniziano a vedere i frutti, presentati ieri all’Università Gregoriana. In meno di 4 anni oltre 200 rifugiati sono stati accolti in più 30 Istituti religiosi maschili e femminili di Roma, che si sono aperti a queste persone rispondendo anche alla sollecitazione a loro rivolta da Papa Francesco, durante la sua visita al Centro Astalli nel 2013.  

"L’integrazione – spiega padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli – è l’anello debole della catena. Ci si è concentrati molto sull’aspetto importante della prima accoglienza, ma si è perso di vista l’inserimento di queste persone”. Di qui la convinzione della necessità di “ancorare un po’ di più le persone ai contesti in cui vivono, appoggiandoli nella fase delicata del passaggio dal centro di accoglienza alla vita in autonomia”. 

Ascolta e scarica l'intervista integrale a padre Camillo Ripamonti








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