2017-11-21 12:53:00

Usa. Card. DiNardo: politica antimigratoria distrugge la famiglia


“Giovedì prossimo, ci fermeremo per ringraziare Dio delle molte benedizioni di cui godiamo negli Stati Uniti e con i miei fratelli vescovi presteremo attenzione in modo particolare agli esclusi: i poveri, i malati, i tossicodipendenti, i non nati, i disoccupati, e in particolare i migranti e i rifugiati”. Così il card. Daniel DiNardo, presidente della Conferenza episcopale Usa, apre il messaggio per Thanksgiving, la festa del ringraziamento che verrà celebrata il 23 novembre.

Il cardinale - riporta l'agenzia Sir - ricorda l’incontro di Baltimora, della scorsa settima, con tutti i vescovi dove “condiviso” è stato l’allarme per “una politica impensabile fino a poco tempo fa” e che ha preso di mira i Dreamers, i giovani lavoratori e studenti, giunti bambini negli Usa e che ora rischiano la deportazione. Il presidente dei vescovi Usa assieme ai suoi confratelli, fa sua anche l’incertezza di tutti quei migranti provenienti da Haiti, El Salvador e Honduras che godono di uno status di protezione temporanea, a causa dei disastri naturali che hanno colpito i loro Paesi: anche queste famiglie rischiamo di essere rimpatriate senza che ci siano adeguate condizioni di accoglienza nelle città d’origine.

Il card. DiNardo denuncia con vigore queste politiche che hanno come caratteristica comune “distruggere la famiglia. Queste minacce a tante famiglie vulnerabili di immigrati e rifugiati devono finire ora e serve una legislazione immediata” che metta la parola fine a questi mesi di sospensione. I vescovi leggono queste scelte come campanelli d’allarme di un sistema migratorio che va riformato “per accogliere i più vulnerabili garantendo loro un trattamento umano e per rispettare, allo stesso tempo, la sicurezza nazionale e lo stato di diritto”.

Il porporato, termina con un ringraziamento “per il dono e il contributo che gli immigrati e i rifugiati sono per la nostra grande nazione” e prega che “le famiglie attualmente minacciate non siano spezzate e disperse, ma che nel nuovo anno siano unite nella gioia del ringraziamento per le benedizioni che il nostro Paese ha da offrire”.








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