di Federico Piana
In Libia si assiste ad un confronto militare strisciante, segnato da difficoltà nel far progredire il dialogo. In primo piano anche l’accordo tra l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ed il governo per ricollocare, già a Tripoli, i migranti vulnerabili. Avanza inoltre l’idea di elezioni politiche a suffragio universale nel 2018. E’ un’ intervista a tutto campo quella dell’ambasciatore italiano in Libia, Giuseppe Perrone, sulla situazione attuale del Paese.
I tentativi di pace proseguono ma le armi non tacciono
“Il negoziato, iniziativa delle Nazioni Unite, sta andando avanti nonostante
le difficoltà. E’ un processo evolutivo. La cosa importante da sottolineare
è che c’è una crescente mobilitazione della classe politica perché ormai prevale la
stanchezza per uno stato di crisi che va avanti da molto tempo” dice Perrone. Che
poi spiega come “ il suono delle armi non sia cessato. Ci sono, occasionalmente, degli
scontri militari tra vari gruppi che si contendono il controllo del Paese. Tutto questo
dovrebbe aver fine e lasciare il posto ad un dialogo complessivo, finalizzato alla
riconciliazione politica sotto l’egida dell’Onu. Per avere successo, però, deve essere
inclusivo: tutti gli attori libici debbono sentirsi protagonisti di questo percorso.
Nessuno deve restare escluso”.
Elezioni universali nel 2018? Possibile, ma l’Onu deve vigilare
Sull’ipotesi di elezioni a suffragio universale nel 2018, idea avanzata
anche dal premier italiano Paolo Gentiloni, l’ambasciatore Perrone si dichiara possibilista:
“E un obiettivo a cui tendere. Il popolo libico ha il desiderio di tornare ad essere
protagonista del proprio futuro e decidere da chi essere governato. Naturalmente le
sfide sono ancora molto complesse. In primo luogo è necessario che le Nazioni
Unite rafforzino la loro presenza sul territorio per garantire la trasparenza di un
futuro processo elettorale”.
Il governo impegnato a fermare la tratta di esseri umani. Ma respinge le
accuse della stampa internazionale
La tragedia umana dei migranti che salpano dalle coste libiche trovando la morte nei
barconi della disperazione non lascia insensibile il governo di Tripoli. Nonostante
tutto. Unhcr, l’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite, recentemente
ha concluso un’intesa sull’identificazione e la selezione dei migranti
da ricollocare in altri Paesi già sulle coste libiche per evitare che salpino rischiando
la vita. Perrone non ha dubbi: “ E’ un accordo importantissimo promosso dall’Italia.
E’ un gesto di buona volontà anche da parte del governo libico il quale è una vittima
del traffico di esseri umani: in questo modo dimostra la volontà di rendersi partecipe
di una soluzione. Talvolta lo stesso governo libico, su questo tema, si sente ingiustamente
accusato dalla stampa internazionale che accosta la Libia da chi commette queste violenze:
i trafficanti di esseri umani”.
Ascolta e scarica l'intervista all'ambasciatore Giuseppe Perrone
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