di Luca Collodi
E’ sempre più drammatica la situazione umanitaria nei campi, allestiti in Bangladesh, per ospitare i profughi della minoranza musulmana dei rohingya provenienti dal Myanmar. Riferendosi alla situazione in Bangladesh, dove oggi è arrivato Papa Francesco, il neo presidente della Croce Rossa Internazionale, Francesco Rocca, sottolinea che "sono 600 mila le persone arrivate nell’arco di quattro, cinque settimane”. Complessivamente, sono quasi un milione di persone. Sono raccolti in “una città più grande di Genova costruita soltanto sotto i teli, senza servizi igienici, senza acqua potabile, senza elettricità”.
Mega tendopoli senza controllo
È una “tendopoli che si perde a vista d’occhio”. “Gli operatori – afferma il neo presidente
della Croce Rossa Internazionale, da poco rientrato dal Bangladesh - camminano anche
un’ora e mezza prima di raggiungere il punto dove le persone sanno che, durante il
giorno, hanno un minimo di aiuto”. L’area – aggiunge Francesco Rocca - è completamente
”fuori controllo”.
Tra i profughi anche molti minori non accompagnati
Molti dei profughi rohingya sono minori non accompagnati: “ci sono migliaia di bambini,
senza genitori, arrivati accompagnati da adulti che li hanno presi e raccolti in questa
fuga precipitosa”. Ad aggravare la situazione anche la barriera linguistica: “in Bangladesh
– ricorda Francesco Rocca - sono pochissimi quelli che parlano la lingua dei rohingya
e loro non parlano inglese o bengalese”.
Collaborazione con la Mezzaluna Rossa
L’intervento umanitario è sostenuto dalle autorità locali. “Il governo del Bangladesh
– spiega Francesco Rocca - ci ha autorizzato ad operare”. “Stiamo lavorando con la
Mezzaluna Rossa del Bangladesh. È un Paese che affronta delle difficoltà enormi, però
nonostante questo abbiamo trovato una grande generosità e disponibilità”. I rapporti
tra la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa - conclude - sono contraddistinti da una “piena
sinergia e collaborazione”.
Ascolta e scarica l'intervista con Francesco Rocca:
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