di Stefano Leszczynski
Flussi migratori e tratta degli esseri umani. Sono questi i temi al centro del vertice tra Unione europea e Unione africana che si conclude oggi in Costa d’Avorio. Dall'incontro emerge la necessità di una maggiore collaborazione sui rimpatri assistiti, ma anche un più stretto controllo sui centri di detenzione per migranti in Libia. Nico Lotta, presidente del "Volontariato Internazionale per lo sviluppo" (Vis) sottolinea che "ci sono senz’altro degli aspetti positivi quando si parla di strumenti strutturali per favorire lo sviluppo, ma con qualche campanello dall’allarme". "Ad esempio, quello del condizionamento degli aiuti per la cooperazione allo sviluppo al controllo dei flussi migratori. Questo è un modo di vedere le cose poco lungimirante".
Flussi migratori intra-africani
Nico Lotta ricorda poi che "ormai da tempo il cosiddetto flusso 'sud-sud' ha superato
quello 'sud-nord'. A quanti ritengono che bisognerebbe creare campi profughi in Africa,
bisognerebbe spiegare con la verità dei dati e dei fatti che la maggior parte dei
flussi migratori avviene all’interno del Continente nelle immediate vicinanze delle
crisi in atto".
Migranti imprigionati in Libia
Il presidente del "Volontariato Internazionale per lo sviluppo" sottolinea infine
che uno degli elementi positivi del vertice è il fatto che si è creato un canale di
cooperazione tra Unione africana, Unione europea e Onu "per la gestione dell’emergenza
relativa alla condizione in cui viaggiano e vivono i migranti rifugiati". "Si pensa
soprattutto alla Libia. Quindi è una riposta di emergenza senz’altro positiva. In
parallelo, si pone l’accento sui rimpatri. Il grande tema presente è quello dell’aperura
di canali regolari di migrazione".
Ascolta e scarica il podcast dell'intervista con Nico Lotta:
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