2017-12-16 15:07:00

Papa ai ragazzi di AC: siate buoni fotografi delle periferie


Barbara Castelli – Città del Vaticano

Una grande festa, declinata con il calore del Natale e la gioia contagiosa dei ragazzi di Azione Cattolica. Papa Francesco li ha incontrati in Vaticano, alla vigilia del suo genetliaco, e li ha invitati a essere uomini e donne attenti alle urgenze del nostro tempo, sempre più caratterizzato dall’indifferenza.

 

Siate buoni “fotografi”, sia di quello che ha fatto Gesù sia della realtà che vi circonda, avendo occhi attenti e vigili. Tante volte ci sono persone dimenticate: nessuno le guarda, nessuno vuole vederle. Sono i più poveri, i più deboli, relegati ai margini della società perché considerati come un problema.

Fotografi sensibili delle periferie materiali e spirituali
Tutti questi invisibili della società odierna sono, in realtà, “l’immagine di Gesù Bambino rifiutato e che non ha trovato accoglienza nella città di Betlemme, sono la carne vivente di Gesù sofferente e crocifisso”. 

Ecco quali sono le vostre “periferie”: provate a fissare l’obiettivo sui compagni e sulle persone che nessuno vede mai e osate fare il primo passo per incontrarle, donare loro un po’ del vostro tempo, un sorriso, un gesto di tenerezza.

I 150 anni dalla fondazione dell’Azione Cattolica
Nel discorso pronunciato, il Pontefice ha fatto riferimento sia al percorso formativo dei giovani di AC, con lo slogan “Pronti a scattare”, sia agli incontri di conoscenza e di vicinanza che nel corso dell’anno sono stati fatti con i “nonni” dell’Associazione.

“ Gli anziani sono la memoria storica di ogni comunità, un patrimonio di saggezza e di fede da ascoltare, custodire e valorizzare ”

All’ormai tradizionale appuntamento di fine anno, era presente una nutrita delegazione di giovani, provenienti da 12 diocesi d’Italia. Il saluto al Pontefice è stato rivolto da Desiree (14 anni, della diocesi Alghero-Bosa) e da Lorenzo (10 anni, della diocesi di Brescia), che hanno raccontato alcuni progetti di solidarietà in atto, tra cui il sostengo ai rifugiati di Ebril, in Iraq. 








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