2016-11-21 14:17:00

Card. Parolin: salvare i pescatori da tratta e sfruttamento


Nella Giornata mondiale della Pesca, si è svolta stamane a Roma presso la Fao una Conferenza, organizzata insieme alla Santa Sede. A presenziare l’incontro il direttore generale della Fao, José Graziano Da Silva e il cardinale, segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin. Presente anche il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale dei migranti e gli itineranti che ha dato voce al Messaggio per la Giornata, dedicata quest’anno a “Le violazioni dei diritti umani dei pescatori e la pesca illegale”. Il servizio di Roberta Gisotti:

“Today, we convey, with the Holy See…”
Condividiamo oggi con la Santa sede l’urgenza - ha premesso il direttore generale delle Fao - di mettere fine alla violazione dei diritti umani nel settore della pesca, che offre sostentamento ad 1 persona su 10 del pianeta.

“We should recall…”
Ha ricordato poi Da Silva che l’industria ittica frutta 135 miliardi di dollari l’anno di ricavi nelle espertazioni e che i Paesi in via di sviluppo hanno incrementato la loro quota in 40 anni dal 37% al 60% per cento sul volume totale del commercio internazionale di pesce.

"Saddly, the same industry that offer..."
Ma pure negli ultimi anni – ha denunciato Da Silva - sono cresciuti gli abusi nel settore, diritti negati ai pescatori, lavoro minorile e forzato in massima parte di migranti, oggetto di traffico di esseri umani, fino a forme di vera schiavitù a bordo delle navi e imbarcazioni.

Dobbiamo dunque proteggere la nostra Casa comune, è intervenuto il cardinale Parolin, da un prelievo incontrollato delle risorse ittiche e da modalità dannose di pesca selettiva ma soprattutto dobbiamo “salvare i pescatori vittime di tratta, traffico e trattamento degradante”.

“The current standard of international law oblige us …”
Dobbiamo allora andare al di là – ha detto segretario di Stato vaticano – delle ragioni per cui le persone si rivolgono a contrabbandieri e trafficanti. Abbiamo non solo l’obbligo morale di dare altre opportunità alle persone, ma anche un obbligo di fornire loro un’altra possibilità. 

Bisogna ascoltare – aggiunto il cardinale Vegliò – chi ogni giorno rischia la vita in mare, perché il loro grido disperato non si perda nel fragore delle onde.

Da qui l’appello di tutti i relatori a ratificare e poi applicare gli accordi contro la pesca illegale e lo sfruttamento dei lavoratori del mare. A partire dal Codice di condotta della Fao per la pesca responsabile, adottato 20 anni fa, alla Convenzione sul lavoro della pesca del 2007, all’Accordo sulle misure dello stato di approdo del 2009, alle Linee guida volontarie per la protezione della piccola pesca sostenibile del 2014, alla Convezione di Palermo sulla criminalità organizzata transnazionale del 2000.








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