2017-07-08 13:21:00

Siria. Bombe sull'altopiano di Arsal, tregua da domenica


di Massimiliano Menichetti

L’aviazione siriana ha bombardato questa mattina aree sull'altopiano di Arsal, in Libano a ridosso del confine con la Siria. In queste zone di tensione ci sono anche diversi campi profughi. Intanto ci si prepara al cessate il fuoco nel sudovest del Paese che entrerà in vigore domenica 9 luglio a mezzogiorno. La decisione concordata ieri tra Stati Uniti e Russia, a margine del G20, in Germania. ll segretario di Stato Usa Rex Tillerson ha precisato che scopo della tregua è ridurre le ostilità in un'area vicina al confine giordano. L’accordo si inserisce nella tregua globale già in atto spiega Lorenzo Marinone, analista del Centro Studi Internazionali, ed è “sicuramente positivo nel senso che evidenzia la volontà da parte degli Stati Uniti e della Russia di trovare un’intesa, ma è anche estremamente fragile, perché se si stabilisce l’esistenza di un cessate-il-fuoco bisogna anche stabilire chi monitora le violazioni; le decisioni da prendere di conseguenza; e chi soprattutto mette truppe sul campo per fare il monitoraggio. Tutti questi dettagli al momento non sono ancora stati divulgati”.

Dott. Marinone viene ribadito da parte russa che la situazione in Siria è migliorata come conseguenza dell’approccio assunto dalla Turchia…

R. – Bisogna considerare il fatto che la Turchia è stata, praticamente fin dal principio della guerra, uno dei maggiori sponsor di molti gruppi ribelli contrari ad Assad. E quindi ovviamente, dal punto di vista della Russia, che invece è intervenuta nel settembre 2015 a favore del regime, il fatto che la Turchia si dimostri aperta a dei negoziati è sicuramente un fattore positivo. E di sicuro l’atteggiamento della Turchia è stato fondamentale per riuscire poi a intavolare un percorso diplomatico come quello del processo di Astana che, in parallelo a quello di Ginevra, da gennaio di quest’anno cerca di arrivare a una soluzione della crisi siriana.

Proprio ad Astana però questa settimana si è tenuto il quinto round di colloqui per le zone di de-escalation: le zone cuscinetto; non c’è stato accordo su come gestire queste zone…

R. – Una delle quattro “de-escalation zones” previste ad Astana era esattamente quella nel sud ovest della Siria. L’accordo raggiunto ieri tra Usa e Russia è importante più per gli Stati che ufficialmente non vi figurano; e mi riferisco in particolare all’Iran e Israele. Nel processo di Astana, oltre alla Russia, ci sono la Turchia e l’Iran. La presenza dell’Iran è sempre stato un punto molto controverso, non accettato da parte dei gruppi ribelli e anche da parte della Turchia in un certo modo.

L’altra potenza è Israele...

R. - Le zone di cui stiamo parlando, nel sud-ovest della Siria, sono a ridosso delle Alture del Golan, del confine con Israele e del confine con la Giordania. Israele ha tutto l’interesse affinché l’Iran non riesca a posizionare delle sue truppe, a stabilirsi in quelle zone a ridosso dei propri confini. Quindi, di fatto, ciò che è successo ieri è che, estromettendo l’Iran dall’accordo, si è raggiunto un'intesa quadro che va esattamente nella direzione auspicata da Israele ma anche dalla Giordania - ovvero un territorio dove c’è una presenza di miliziani legati ad Al Qaeda - che vuole quindi assolutamente evitare che vi siano infiltrazioni e che ci sia una zona cuscinetto. Invece chi frenava era l’Iran che, dopo essersi consolidato nella zona montuosa nella catena del Monte Libano a ridosso del confine libanese, cerca una presenza anche a ridosso delle Alture del Golan, ovviamente per aumentare la pressione su Israele anche in prospettiva dei prossimi anni. 

Ascolta e scarica il podcast dell'intervista integrale con Lorenzo Marinone:








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